[ 13 settembre 2010 ] Economia ecologica | Energia
ISI (ex Electrolux) a un passo dal baratro: la politica compia i suoi passi
Federico Gasperini
FIRENZE. Rischia davvero di andare in fumo la riconversione industriale della Isi di Scandicci (Ex Electrolux) con conseguente perdita di posti di lavoro e abbandono di un progetto (quella della realizzazione di pannelli solari) che pare avere poco fortuna solo in questa parte di territorio della Toscana. Infatti il mercato è in crescita e sono molte le imprese che o direttamente o attraverso riconversioni ecologiche puntano sul settore, per poi avere successo.
A Scandicci invece dopo le "incertezze" degli ultimi mesi c'è stata anche la doccia fredda con il Cda dell'azienda che ha dichiarato di non voler attuare nessuna ricapitalizzazione. In molti sono ormai a sostenere che c'è necessità di voltare pagina ed individuare nuovi soggetti imprenditoriali affidabili che credano in questo progetto tutt'ora valido. «L'Italia dei Valori raccoglie la preoccupazione e fa proprio l'invito dei lavoratori e dei sindacati della ex Electrolux a far sì che il progetto di riconversione, che potrebbe davvero rappresentare un virtuoso modello di uscita dalla crisi per molte altre realtà in difficoltà, non naufraghi- ha dichiarato Roberto Rizzo responsabile Dipartimento Lavoro-Welfare dell' Idv Toscana- Per questo, è necessario accelerare l'individuazione di nuovi soggetti imprenditoriali e sostenere un investimento da parte di Fidi Toscana affinché non ci siano ricadute occupazionali ma, al contrario, perché si possa realizzare quello che dovrebbe essere un modello di sviluppo su cui contare».
L'Idv fa sapere che nei prossimi giorni presenterà un atto per sollecitare un intervento da parte della Regione, nel tentativo di superare questa fase buia di inaffidabilità, tornare a valorizzare il progetto e dare risposte precise ai lavoratori che da cinque anni si barcamenano tra promesse, ammortizzatori sociali e corsi di formazione.
«L'appello che rivolgiamo al mondo dell'imprenditoria è che, se ci sono davvero nuovi soggetti intenzionati a investire nel progetto tramite l'appoggio di Fidi Toscana, questo è il momento di farsi avanti» ha concluso Rizzo.
Ricapitalizzazione saltata, stabilimento chiuso, stipendi nel migliore dei casi pagati a singhiozzo, proprietà che non mantiene gli impegni e che annuncia un "riassetto organizzativo" traducibile anche in smobilitazione, è il quadro che hanno davanti le istituzioni risollecitate dai consiglieri di Rifondazione comunista in provincia di Firenze, Andrea Calò e Lorenzo Verdi: «le istituzioni locali regione Toscana, provincia di Firenze, comune di Scandicci sono chiamate inevitabilmente ad assumere un ruolo guida e a far valere i loro poteri affinché si profili responsabilità sociale dell'impresa e soprattutto chiarezza immediata sul futuro del siti produttivo».
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