[ 3 settembre 2010 ] Aree protette e biodiversità | Mobilità sostenibile | Urbanistica e territorio
Tirrenica: progetto troppo costoso, l'autostrada torna sulla vecchia Aurelia?
Alessandro Farulli
LIVORNO. Più degli impatti ambientali potè il denaro, anzi la sua mancanza? Pare di sì, se verrà confermata la notizia che la Tirrenica sarà sovrapposta alla vecchia Aurelia per tutto il tratto toscano salvo, forse, il tratto di Orbetello. E così dopo 42 anni di discussione vuoi vedere che la parola fine sull'autostrada Tirrenica la mette proprio lo Stato?
Sì perché il Sole24Ore oggi dà la notizia che in questo modo il costo dell'opera passerebbe da 3.7 miliardi a 2.2. Il presidente della Regione Rossi già sul Sole dice che per lui è una doccia fredda, per noi invece no e neppure per Legambiente che, a grenreport, commenta attraverso le parole di Edoardo Zanchini:
«Questo segnale che arriva dopo quello di Sat già dato per il Lazio, dimostra come per ragioni economiche si arrivi a soluzioni di buon senso. Siamo convinti che un approccio come questo, ovvero la scelta di utilizzare la vecchia Aurelia anche in Toscana, soprattutto in zone come Orbetello e Magliano, dove l'austrada sarebbe stato un autentico scempio, sia senz'altro è buona notizia».
Se così finirà, è dimostrato che più di tutto il resto, ovvero gli impatti ambientali, sono i soldi a fare la differenza. Il risultato sarà, speriamo, lo stesso, ma il segnale non è incoraggiante sul piano culturale.
«Aimè no, purtroppo sono solo i soldi che fanno più dell'impatto ambientale e della coscienza ambientalista. L'importante però è che ora la Regione e la Provincia si siedano a un tavolo per capire come cambiare questo progetto. E' finito il tempo della difesa a tutti i costi di un progetto che non sta in piedi nemmeno economicamente, ma c'è un'altra cosa che va aggiunta».
Dica.
«Lavorando sull'Aurelia si potrà dare un'accelerata anche ai cantieri, fermando gli espropri e sanando finalmente le tratte più pericolose e trafficate, perché va ribadito che attualmente quella strada è strada pericolosissima».
L'imbarazzo bipartisan è grande, visto che sulla nuova autostrada si era stretto un patto di ferro tra l'ex assessore regionale Conti - il cui merito nell'operazione era solo quello di averne previsto la migliore ambientalizzazione - e quello che venne da lui soprannominato il "compagno" Matteoli, il ministro delle infrastrutture. Ma la politica dimostrerebbe di credere davvero nell'austerità che predica se ritornasse indietro sulla Tirrenica e non sempre si fa brutta figura dando ragione agli ambientalisti (e a diversi amministratori locali), a volte cambiare opinione è un segno di intelligenza e flessibilità che la politica italiana sembra essersi dimenticata, soprattutto quando si tratta di cose concrete come le grandi opere non sempre utili.
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