Quattro sono i sistemi elettorali in campo, almeno quelli che usciti allo scoperto. Una breve sintesi e qualche valutazione.
1. La legge vigente: è la legge Calderoli. E' un sistema proporzionale a liste bloccate (non si possono esprimere preferenze) con un enorme premio di maggioranza. Al vincitore (coalizione o partito) viene assicurato il 55% dei parlamentari indipendentemente dalla percentuale effettiva. L'impossibilità di esprimere preferenze e un premio di maggioranza incredibile che espone anche la Costituzione ai capricci della maggioranza sono i difetti enormi di questa legge... di pregi non se ne vedono sinceramente ed è per questo che al 99% voteremo ancora con questa legge!
2. La proposta del PD, da qualcuno bollata come "ungherese". E' una proposta molto complessa: 70% maggioritario a doppio turno, 28% proporzionale circoscrizionale, 2% proporzionale puro (diritto di tribuna). E' una proposta molto complessa, che non garantisce maggioranze stabili, e che probabilmente non voterà mai nessun altro partito; è un tentativo di trovare un difficile equilibrio fra le anime dei PD che sono molte e distanti... alcune di queste sostengono altre proposte. Oltre alla complessità ricalca molto il mattarellum (vedi punto successivo) con l'aggiunta di un secondo turno che permetterebbe al PD di negoziare dopo l'alleanza con i centristi, senza esporti prima.
3. Il referendum per tornare al Mattarellum. Il mattarellum prevede che per il 75% un maggioritario a turno unico e per il 25% un proporzionale e soglia sbarramento al 4%. E' stato recentemente riproposto come referendum (da Di Pietro e alcuni liberal del PD). Ha un difetto: lo si conosce bene. E' già stato in vigore fra 1993 e 2005 ha prodotto 8 governi in 13 anni! Ci ricordiamo tutti bene della rapida successione Prodi - D'Alema I - D'Alema II - Amato... Come tutti i sistemi maggioritari pecca in rappresentatività, ma questo non garantisce nemmeno governabilità.
4. Un referendum per approvare un sistema che prevede preferenze e sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. E' un sistema che garantisce un ottimo equilibrio fra rappresentatività (proporzionale) e governabilità (soglia sbarramento al 4%). E' l'unico sistema che permette di eleggere un Parlamento e non lo subordina a differenza di tutti gli altri sistemi in campo al Governo. E' l'unico sistema che ci garantisce da colpi di mano alla Costituzione e ci fa stare tranquilli per la prossima elezione del Presidente della Repubblica. E' un referendum talmente bello che nè PDL nè PD lo sostengono è oggi retto solo da Comitati locali...
Diamo una chance al proporzionale, la democrazia o è rappresentativa o non è!
11 agosto 2011
Michele Pizzolato
FIRMA IL REFERENDUM PER ESPRIMERE PREFERENZE ED ABOLIRE IL MAGGIORITARIO PRIMA CAUSA DEI DISASTRI DEGLI ULTIMI 20 ANNI
mercoledì 22 giugno 2011 0.30
Pubblico la sintesi degli obiettivi del referendum tratta dal sito http://www.referendumleggeelettorale.it/
E’ necessario modificare al più presto l’attuale legge elettorale per portare rimedio ai gravi danni che essa provoca al nostro sistema politico.I suoi principali difetti: le liste bloccate, il premio di maggioranza, le deroghe alla soglia di sbarramento e l’obbligo di indicazione del candidato premier. Liste bloccate. Le liste bloccate privano gli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti e ledono irrimediabilmente l’equilibrio tra i poteri. Un Parlamento di “nominati” non ha infatti alcun reale potere nei confronti del Governo e del Presidente del Consiglio. Il premio di maggioranza. Così esiste solo in Italia e ha effetti opposti a quelli auspicati. Attribuendo il 55% dei seggi alla lista che ottiene un voto più delle altre (anche se ha il 35% dei voti), questo meccanismo obbliga anche i partiti maggiori alla ricerche di qualsiasi voto utile. La conseguenza sono coalizioni sempre più ampie e inevitabilmente eterogenee. Nessuna stabilità del governo, anzi: frammentazione della maggioranza di governo e paralisi della sua attività.Soglia di sbarramento. L’attuale soglia di sbarramento al 2% per le liste collegate in coalizione è un ulteriore incentivo alla frammentazione. Mantenere una soglia unica al 4% garantisce la presenza alla Camera dei partiti più rappresentativi, “costringendo” le forze minori ad unioni reali (un unico simbolo, un’unica lista) senza scorciatoie come le coalizioni elettorali. Al Senato il sistema dei collegi consentirà nelle Regioni più grandi la rappresentanza anche di forze decisamente minori Indicazione del candidato premier. L’obbligo di indicare il candidato Capo del governo interferisce con le prerogative del Presidente della Repubblica che può e deve scegliere in assoluta autonomia. Inoltre tale meccanismo tende a trasformare il nostro sistema da parlamentare in semi-presidenziale senza i contrappesi dei sistemi presidenziali. Un positivo risultato dei referendum che proponiamo vedrebbe la Camera eletta con metodo proporzionale, senza premio di maggioranza e con una soglia di sbarramento al 4%. Gli eletti non sarebbero più nominati dai segretari partito ma scelti tra i candidati attraverso la preferenza unica.Il Senato verrebbe eletto su base regionale con metodo proporzionale, senza premio di maggiorana in collegi uninominali, con una soglia di sbarramento determinata dall’ampiezza delle Circoscrizioni. Il referendum abrogativo è per sua natura uno strumento imperfetto, ma spesso è necessario per superare la paralisi dei partiti ed aprire la via a decisioni del Parlamento, che resta ovviamente libero di integrare o modificare l’assetto risultante dal referendum (sui collegi uninominali, sul voto di preferenza, etc.).L’attuale legge elettorale rappresenta la peggiore di tutte le possibili soluzioni: ha aumentato la frammentazione; ha reintrodotto il trasformismo parlamentare; ha massimizzato il potere negoziale di piccole formazioni e notabili locali; grazie ad un abnorme premio di maggioranza mette a rischio tutte le istituzioni di garanzia che possono essere elette e controllate da maggioranze del 35%-40%.
La via parlamentare resta la via maestra.Ma, poiché il Parlamento non ha saputo riformare la legge la legge elettorale, né è presumibile possa farlo nell’attuale situazione politica, il Comitato promotore ha deciso di depositare i quesiti in Cassazione dando concreto inizio all’iter referendario. Abrogare l’attuale legge è dunque non un ritorno al passato, ma un passo necessario a garantire l’equilibrio tra poteri e a preparare un più corretto funzionamento del nostro sistema politico-istituzionale.
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