Legambiente si "sdraia per terra" per far comprendere agli amministratori come una buona qualità dell'aria nelle nostre città, sia un diritto dei cittadini. L'associazione ambientalista ha organizzato questa mattina in piazza S. Marco a Firenze un "flash mob" "per il diritto ad un respiro più pulito".
Alle ore 11:00 un fischio ha innescato un attacco di tosse ed una quarantina di dimostranti hanno indossato la mascherina antismog e si sono sdraiati a terra, immobili per due minuti. Fra i manifestanti anche una decina di disabili della compagnia teatrale "Isole Comprese".
Al secondo fischio sono stati srotolati striscioni di Legambiente che contenevano la scritta: "Ci avete rotto i polmoni!", "basta smog!". La scelta è ricaduta su Piazza S. Marco, poiché snodo centrale degli autobus fiorentini è diventata invivibile a causa dell'eccessivo inquinamento. Ma non sono esenti del resto altre zone della città, come testimonia Mal'Aria, la campagna di Legambiente sull'inquinamento atmosferico, che rileva in particolare come il 2012 si sia aperto con una conferma eclatante degli elevati livelli di PM10 nell'aria delle città capoluogo della Toscana, criticità che affligge anche altre città della nostra regione.
«Quante automobili in più invaderanno le città toscane a seguito degli annunciati tagli dei treni per i pendolari? - si chiede Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana - La crisi non può giustificare la scomparsa del trasporto pubblico locale, men che meno quello su rotaia. In Toscana nel 2011 i tagli al servizio ferroviario sono stati del -3,3%, con un aumento del costo del biglietto di +1,5%. Anche se siamo consapevoli che non esistono ricette miracolistiche, siamo convinti che il buonsenso ci dovrebbe suggerire una particolare attenzione alla mobilità dolce (ciclopedonale, sostenibile, basata su nuovi criteri di accessibilità urbana e su nuovi e più sobri stili di vita). Per questo chiediamo con forza più coraggio nelle politiche per la mobilità nella nostra regione!».
Nel 2011 in base ai dati forniti da Legambiente riportati nel dossier "PM10 ti tengo d'occhio" sono stati tre i capoluoghi di provincia toscani che hanno superato il bonus di 35 giorni previsti per legge (limite giornaliero di protezione per la salute umana del PM10 di 50 µg/m3).
Firenze si posiziona al 40° posto nella classifica con 59 giorni di superamento in base ai dati della centralina di Ponte alle Mosse, (che però è una stazione di tipo traffico e non fondo, tipologia di riferimento per legge, in cui comunque le giornate di superamento sono state 38 ndr). Fuorilegge anche Pisa al 48° posto (centralina Borghetto con 44 giorni di superamento) Prato al 52° con 43 giorni di superamento nella centralina di via Roma. Da sottolineare le 64 giornate di sforamento di PM10 a Montale (PT), località toscana che registra la quantità di giorni più alta per il superamento del limite consentito dalla legge. Il problema si dimostra grave anche nella piana lucchese dove la centralina di Capannori ha chiuso l'anno con 57 giorni di sforamento.
Firenze, secondo i dati di Legambiente riportati in Ecosistema Urbano 2011, non occupa posizioni virtuose nemmeno per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2). La media dei valori medi annuali, registrati dalle centraline urbane sul territorio comunale, dimostrano come Firenze piazzandosi al 2° posto nazionale (63,3), in negativo, non è riuscita a rispettare i limiti superando quello indicato dalla legge con un valore medio di 40 μg/m3.
Non è solo il traffico, tra le fonti di emissione di inquinanti atmosferici, a salire sul banco degli imputati, almeno per la città capoluogo della Toscana: risulta, infatti, che a Firenze il riscaldamento in termini percentuali abbia più o meno lo stesso peso dei trasporti per quanto attiene il PM10. «Quando il livello d'inquinamento supera i limiti la risposta è sempre la stessa: blocchi del traffico che tamponano solo l'emergenza, ma nessun piano concreto che preveda una progressiva diminuzione del traffico privato-hanno dichiarato da Legambiente-. Occorre che gli enti locali promuovano finalmente la cosiddetta "mobilità dolce", solo così potremo ottenere la riduzione di smog e rumore, in vista di un modello trasportistico più sobrio, equo e sostenibile».
Servono quindi interventi strutturali incentrati sulla mobilità collettiva pubblica in particolare su ferro. Purtroppo per rimanere a Firenze, nonostante i successi della Linea 1 della tramvia, i lavori per le altre linee previste ad oggi (2-3), non sono ancora partiti, mentre comitati e gruppi di cittadini sono già in strada per alzare la bandiera della protesta contro la realizzazione dell'infrasstruttura.
Per informazioni: Dossier Mal'aria 2012 www.legambiente.it
da greenreport.it 20 gennaio 2012
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