Da Fiorello Cortiana
In questi giorni ognuno di noi sta pianificando, o già godendo, le vacanze estive. Certamente i parchi naturali sono parte degli itinerari di svago e di ricostituzione di una relazione consapevole con la natura e la storia, spesso sacrificate agli impegni e gli affanni della nostra quotidianità urbana. Sono oltre 300 i parchi regionali e nazionali che ci definiscono come “il Belpaese”, inclusi i parchi marini, le riserve, le oasi, i parchi botanici visitabili in Italia. Questi itinerari potrebbero rivelarsi lo scenario di una triste liturgia “in morte della Natura” perché i teatri naturali che li ospitano potrebbero non avere più custodi e cure. "Lo so che la manovra è stata licenziata dal Senato ed arriverà blindata alla Camera. Per questo il mio appello è per un nuovo provvedimento che possa reintegrare le risorse per i parchi". Così Ministro dell'Ambiente il Stefania Prestigiacomo al 'Corriere della sera' Se anche con un successivo provvedimento non verranno reintegrate le risorse " sarò costretta a chiuderne la metà". Cioè quelli che fanno riferimento al suo dicastero.I Parchi Nazionali sono costituiti da aree terrestri, marine, fluviali, o lacustri che contengano uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di interesse nazionale od internazionale per valori naturalistici, scientifici, culturali, estetici, educativi e ricreativi tali da giustificare l'intervento dello Stato per la loro conservazione.I Parchi Nazionali attualmente iscritti nell'Elenco Ufficiale delle Aree Protette (EUAP) sono 23 e coprono una superficie di circa 1 milione e quattrocentomila ettari (14.000 km²), circa il 5% del territorio nazionale.
Ai parchi storici come il Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise (1922), il Parco del Gran Paradiso (1922) il Parco del Circeo (1934), il Parco dello Stelvio (1935) il Parco della Calabria (1968) e dell'Aspromonte (1989) dagli anni '90 se ne sono aggiunti molti, tra cui il Parco delle Dolomiti Bellunesi, del Gran Sasso, del 4. Parco nazionale della Majella, del Gargano, della Val Grande, del Pollino, delle Foreste Casentinesi, dei Monti Sibillini , dell’Arcipelago di La Maddalena, del Vesuvio, dell’Arcipelago Toscano ,dell'Asinara ,delle Cinque Terre, del Golfo di Orosei e del Gennargentu, dell'Appennino Tosco-Emiliano, della Sila dell'Alta Murgia, della Val d'Agri e Lagonegrese. Un elenco che disegna una mappa dello stivale come patrimonio nazionale, un bene comune a noi e ai nostri figli.Cosa sta succedendo ai parchi italiani e perché adesso? E' di pochi giorni fa il documento definitivo contenente la strategia nazionale per la biodiversità, presentata a Roma il 22 maggio scorso alla presenza del Presidente della Repubblica, in occasione Il contributo dell’Italia all'Anno internazionale della biodiversità, è contenuto in un documento che definisce la strategia nazionale per la biodiversità. Il documento è stato presentato un mese fa alla presenza del Presidente della Repubblica Nella parte dedicata alle aree protette, queste vengono definite “strumenti fondamentali ed irrinunciabili per le strategie di conservazione della biodiversità e del mantenimento dei processi ecologici del pianeta”. Un documento coerente con quanto affermato dall’Onu nella proclamazione del 2010 come Anno Internazionale della Biodiversità dove sottolinea che “la Conservazione deve costituire uno degli obiettivi primari da parte di tutti i responsabili”. In una modalità che non è altrimenti descrivibile come schizoide, mentre nella strategia nazionale per la biodiversità veniva previsto di supportare il sistema della aree protette con finanziamenti adeguati. In un accorato appello al Presidente Napolitano il Presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, insieme ai Presidenti dei maggiori parchi nazionali, ha richiamato l’importanza di questo patrimonio naturalistico come funzione attiva, perché le nostre aree naturali protette, tutelano i paesaggi, gli ambienti, gli ecosistemi, le specie di fauna e flora più preziosi del Paese, insieme a ricchissime testimonianze di storia e tradizione locale. Questi luoghi costituiscono memoria e retroterra della nostra identità comune. I ventitré Parchi nazionali hanno ricevuto fino ad ora, dallo Stato, circa 52 milioni di euro l'anno. Il costo di un caffè per ciascun cittadino. Una cifra che non ha consentito di dotare i Parchi Nazionali delle piante organiche previste e non ha permesso di garantire il funzionamento ottimale delle attività di conservazione, di vigilanza e di promozione. Il taglio di 25 milioni di Euro oltre che insensato si rivela non solo sproporzionato ma miope, perché non considera il peso turistico ed economico che essi generano. I Parchi Nazionali offrono oltre 9.000 strutture ricettive e oltre 353.000 posti letto pari rispettivamente al 7,8% e all'8,4% dell'offerta nazionale, ospitano 15.000 imprese turistiche (pari all’8% del totale Italia) e quasi 48.735 addetti , entrambi in crescita rispetto all’ultimo censimento ISTAT del 2001.
Il Centro Turistico Studentesco - CTS ha rilevato che il sistema parchi nel 2008 ha ospitato quasi 5 milioni di arrivi nelle strutture ufficiali e oltre 23.000.000 presenze, con una crescita del 12% rispetto al 2003 Ancora poco, tuttavia, rispetto alle potenzialità: i turisti hanno infatti complessivamente occupato i posti disponibili nei parchi per sole 65 notti su 365. Inoltre l'elevato numero di case non abitate dai residenti mostra le maggiori potenzialità per una futura organizzazione del turismo basata sul concetto di ospitalità diffusa. Insomma i Parchi hanno un rapporto costo/beneficio altamente conveniente per la salute, lo spirito comune e l’economia, quanto basta a ripensare l’utilità di tagli sconsiderati. Per scongiurare questa compromissione del patrimonio nazionale, per evitare che queste preziose aree naturali possano tornare ad essere oggetto di speculazione e sfruttamento indiscriminato e per rispondere coerentemente alle indicazioni sulle politiche ambientali richieste dall'Unione Europea il popolo dei parchi è invitato il 23 luglio ad un sit in sotto il Ministero dell’Ambiente. Lo chiamano a raccolta l’UNIONE per i parchi e la natura d'Italia, l’Associazione nazionale personale aree protette, l’AIDAP Associazione italiana direttori e funzionari aree protette, l’AIGAE Associazione italiana guide ambientali, l’AIGAP associazione italiana guardie dei parchi e delle aree protette, l’ISTITUTO PANGEA , il WWF, MOUNTAIN WILDERNESS, PRO NATURA e ITALIA NOSTRA. E’ di buon senso aggiungersi.
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