Stili di vita ed etica del consumare
N. 470
Stili di vita ed etica del consumare
Stili di vita ed etica del consumare
Stili di vita ed etica del consumare, sezione monotematica a cura di Andrea Giuntini, Roberto Mosi, Severino Saccardi, Simone Siliani
Severino Saccardi, L’età dei consumi e il paradosso della libertà
Il dibattito sugli stili di vita è importante in sé e lo è, in un modo particolarissimo, in un tempo di crisi come l’attuale, in cui sicurezze e posizioni consolidate già vengono quotidianamente messe in discussione. Nel vuoto di iniziativa della politica, è dalle forze vive della società civile e della cultura che può avanzare una nuova consapevolezza che individui nel senso di responsabilità e di libertà del consumatore un regolatore della compatibilità etica ed ambientale dell’offerta e del mercato.
Simone Siliani, Verso l’età della post-crescita
Da Terra Futura, la manifestazione fiorentina sulle buone pratiche, una serie di proposte per stili di vita improntati alla sobrietà, al rispetto dei beni comuni e delle risorse limitate e irriproducibili. Ma le difficoltà nel realizzare tali prospettive si sono moltiplicate con la recente crisi, e solo un consapevole governo dell’economia potrebbe orientare positivamente la ripresa verso un potenziamento delle energie rinnovabili e della capacità di attingere ai flussi della natura , rimettendo in discussione l’ossessione della crescita e il mito dello sviluppo progressivo e illimitato.
Fabio Dei, Anche i consumatori (compulsivi) hanno un’anima
Il consumo critico, solidale e sostenibile è, in prospettiva, più “conveniente” di un approccio “quantitativo”, indiscriminato e autodistruttivo all’acquisto ed al possesso dei beni. Ma tale approccio “etico” tende a restare confinato in un ambito minoritario perché fondato su scelte di vita che troppo sembrano discostarsi dalle abitudini più diffuse e dal comune sentire. L’imperativo è, dunque, “gramscianamente”, quello di costruire nuovi valori del bene comune a partire da un più sostanzioso coinvolgimento della società civile, uscendo dal recinto elitario dei ceti medi “riflessivi”, connotati da un modesto capitale economico e da un alto capitale culturale.
Roberta Sassatelli, Consumi privati e felicità personale: un’equivalenza biforcuta
Quasi a tenere insieme realizzazione personale e coscienza sociale e ambientale, le scelte individuali di acquisto si stanno orientando sempre più verso consumi “etici” e verso relazioni di mercato attente ai rapporti umani. La pratica degli acquisti etici e solidali è ormai consolidata parte del “nuovo” repertorio di partecipazione politica e gli stili di consumo responsabili, per quanto contraddittori, incompleti e sperimentali, esprimono il tentativo di ripensare il nesso sociale a partire dal “quotidiano”. Anche il consumatore “comune” è implicitamente investito, in modo crescente, di responsabilità “politiche”.
Mauro Ceruti, Organizzare l’altruismo: un welfare per l’età della globalizzazione
Intervista a cura di Mary Malucchi
La nozione di “altruismo organizzato” fa riferimento non solo ad una categoria morale ma, finalmente, ad una categoria filosofica; anziché favorire politiche che perseguano l’utile a breve termine è ormai necessario, per la sopravvivenza stessa della specie umana, delineare orizzonti più ampi, capaci di inglobare non solo i progetti personali, ma anche quelli di gruppi e comunità, nella prospettiva della solidarietà planetaria.
Mauro Sbordoni, Dagli anatemi all’imprenditoria matrimoniale”
Cambiamenti nel costume e “storicità” degli stili di vita a proposito delle usanze matrimoniali: dall’episodio della scomunica comminata dal vescovo di Prato, nel 1958, a due cittadini convolati a nozze in municipio fino alle odierne modalità consumistiche, fondate sulla confezione di pacchetti “tutto incluso” per le più diverse esigenze degli sposi.
Daniele Pasquini, E lacultura 2.0 soppiantò il mondo precedente
Come e perché l’affermarsi di Internet e le abitudini della generazione dei “nativi digitali” hanno rivoluzionato nel profondo le modalità di fruizione, e la produzione stessa, dei contenuti e dei “consumi” culturali.
Turiddo Campaini, Se il centro commerciale non apre la domenica
L’esperienza e le proposte di Unicoop per contrastare (anche con indicazioni controcorrente) una crisi che è non solo economica ma anche culturale e di valori e per contribuire all’individuazione di un cambiamento, eticamente significativo, degli stili di vita.
Presidenza nazionale Auser,(Ri)pensare la crescita nel tempo della crisi
La crisi sollecita una nuova consapevolezza che chiama direttamente in causa i diversi “soggetti” e le loro responsabilità personali. L’Auser, che opera per favorire l’inclusione sociale degli anziani (e non solo) attraverso buone pratiche, si sente impegnata ad approfondire la grossa questione degli Stili di vita per uno sviluppo solidale e sostenibile. Il dibattito deve allargarsi alla società civile per orientare stili di vita e consumi individuali e collettivi, influenzando le stesse imprese e le loro scelte.
Pietro Del Zanna, "Decrescita" non regressiva e qualità della vita
Per scongiurare le prospettive disastrose che si mostrano al nostro orizzonte basterebbe ridimensionare la logica della competizione a vantaggio di un’etica della solidarietà. Il tema di una “conversione ecologica” rimanda non solo alla necessità di un cambiamento delle politiche economiche e produttive, ma anche e soprattutto alla responsabilità di un percorso alternativo sul piano delle scelte individuali.
Marco Morganti, Un nuovo modo di “essere Banca”
Nel momento in cui diffusi e pressanti sono gli interrogativi su un sistema globale di crescita che non tiene più, risalta l’esigenza di dare maggiore impulso alle istanze di sussidiarietà, mutualità, coinvolgimento attivo nella promozione del “bene comune”. Una riflessione che si avvale anche della specifica esperienza di Banca Prossima, nata per svolgere attività di vera economia “etica” (in linea con le impostazioni della recente enciclica Caritas in veritate) e per realizzare in modo originale “buoni insegnamenti” come quelli di Muhammad Yunus e di Amartya Sen.
Andrea Bigalli; Riscoprire il giusto valore delle cose
In un tempo di grande incertezza, in cui sembra di intravedere i paradigmi di una crisi definitiva, per poter continuare ad aver, laicamente, fede nel futuro è fondamentale assumere uno stile di vita solidale e rispettoso dell’ambiente. Uno stile affine ai valori evangelici: la sobrietà predicata da Gesù che non è pauperismo, ma intelligenza riguardo al possesso dei beni materiali, che servono l’umano e non lo debbono condizionare. Anche il più recente Magistero della Chiesa collega il tema della “buona vita” con quello della compatibilità dei modelli di sviluppo.
Giacomo Trentanovi, Se abitare fa rima con consumare
Anche nell’ambito dell’architettura e dell’urbanistica si impone il ripensamento di modelli e stili di vita. C’è il tema, di grande attualità, della limitazione del “consumo di suolo”. E c’è, connessa alla dimensione abitativa, la questione del risparmio energetico: gli edifici rubano e consumano energia, producendo emissioni nocive come le automobili. Per porvi rimedio, si stanno sperimentando strade nuove nella prospettiva della green economy.
Giuseppe Panella, La musica dell’anima e la musica del venditore
Contro il rischio di una totale spettacolarizzazione dell’arte e della poesia, nell’era posdtmoderna, l’unica forma di resistenza possibile appare quella dell’approfondimento e della crescita della dimensione etica della scrittura in parallelo alla sua prospettiva formale, all’insegna della consapevolezza della dimensione totalizzante del presente e della necessità di opporsi ad esso.
Roberto Mosi, Ridare bellezza al caso
E’ fondamentale riscoprire un modo più umano e creativo di vivere la città, disertando, pur senza demonizzarli, i “nonluoghi” del consumismo e andando, in modo liberatorio, “a zonzo” per le strade.
Stefano Cavazza,Le scelte eterodirette e l’autonomia degli attori sociali
Il consumo di beni, sia pure con modalità parzialmente diverse sulle due sponde dell’Atlantico, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, ha avuto uno sviluppo precedentemente impensabile. Fenomeno complesso, sfaccettato e ambivalente, esso è diventato un elemento strutturale della società contemporanea, con cui è necessario fare i conti.
Emanuela Scarpellini, Consumi e crisi: la responsabilità della politica
I consumi sono andati rivestendo un ruolo sempre più consistente nel mondo contemporaneo, ma la crisi recente, che mette in discussione il loro futuro, spinge a ricercare nuove strategie a livello individuale e locale e impone consapevoli scelte nazionali e sopranazionali.
Pino Gori, Fare la spesa senza andare nei non-luoghi del consumismo
L’esperienza all’interno di un gruppo GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) nell’Oltrarno fiorentino.
Guido Giacomo Gattai, Accorgimenti per salvare il mondo
Una serie di suggerimenti per conservare intatta la terra e rendere più sana la nostra vita.
Cosimo Magnelli, Ricomincio da me: esperienze fiorentine di nuovi stili di vita.
Il progetto Ricomincio da me! ha permesso a Firenze di costruire collettivamente percorsiformativi per e con i cittadini al fine di sperimentare nuovi stili di vita a partire dalla realtà quotidiana e contribuire così alla creazione di una città e di una società più sostenibile.
Ugo Biggeri, Vita in comune alle C.A.S.E.
Vivere in modo comunitario può essere una scelta di volontariato fatta per aiutare persone bisognose ma può essere (come si desume dall’esperienza qui ricostruita) anche un modo per razionalizzare meglio gli aspetti pratici della vita e migliorare la sua qualità.
Altri contributi:
Paolo Naso, Chi si ricorda di Rosarno?
Dalla ricostruzione “fatti di Rosarno” emerge una situazione analoga a quelle, ugualmente e potenzialmente esplosive, che si riscontrano in altri luoghi; basandosi sull’immigrazione irregolare e sull’abbondanza di manodopera a bassissimo prezzo, in molte zone del Meridione, si è costituito un vero e proprio “modello economico” fondato sullo sfruttamento e sulla irregolarità.
Carlo Prezzolini, Chiese e arte: un mondo (di bellezza) da salvare
E’ necessario ripensare la tutela dei beni culturali, quelli ecclesiastici in particolare, come un’opera di conservazione della nostra cultura, delle nostre radici e della nostra memoria, religiosa e civile.
Francesca Balestri, La sobrietà, uno stile di vita
Intervista a cura di Cristiana Guccinelli
Secondo le indicazioni di un Progetto dell’ARCI Toscana, avviato all’interno dei “Percorsi di innovazione” del CESVOT, orientarsi verso la sobrietà non significa scegliere una vita fatta di privazioni e fondata su una serie di opzioni “in negativo”, contro un certo tipo di modalità o di beni di consumo, isolandosi dal resto del mondo perché lo si giudica “cattivo”. Significa, anzi, essere “per”: per la sperimentazione di strade diverse e inedite, che rendano i cittadini partecipi e responsabili e non passivi consumatori.
Stefano Zani, In memoria di Amos Elon, uomo libero e inascoltato
Il ricordo di un grande scrittore e intellettuale ebreo rifugiatosi nella campagna toscana, dopo il polemico abbandono della cittadinanza israeliana.
Franco Di Giorgi, Alla ricerca dell’autenticità perduta
Il recente saggio La vita autentica di Vito Mancuso ripropone questioni fondamentali come quelle dell’autenticità e la dignità umana, ma se si deve ritornare a far risuonare parole e valori che si credevano assimilati una volta per tutte, ciò non vuol forse dire che tutto è di nuovo in pericolo?
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