venerdì 23 dicembre 2011

Indagine euromobility : «Preoccupanti i dati sull'inquinamento di Firenze»


da FIAB FirenzeInBici *

L'associazione FIAB FirenzeInBici  osserva con preoccupazione i dati emersi dall'indagine di Euromobility  sulla mobilità sostenibile, con particolare riferimento ai dati sull'inquinamento. La situazione fiorentina, rispetto alle altre 49 città italiane non è certo rosea, dal momento che risulta la peggiore in assoluto per le concentrazioni di biossido d'azoto (NO2) e in ottava posizione per le concentrazioni di PM10, con un numero di giorni di sforamento che supera il doppio del limite consentito. 

Ma la cosa più preoccupante è che nei tre anni presi in esame dall'indagine si osserva una tendenza all'incremento per entrambi gli inquinanti, invece che una diminuzione. Questa è la prova provata del fatto che le politiche per la lotta all'inquinamento sono assolutamente inefficaci. Del resto Firenze brilla per l'assenza di un sistema di Bike Sharing e per l'insuccesso del Car Sharing che in due anni è passato da 31 veicoli, comunque un'inezia, ad appena 22.
A Firenze è quindi assolutamente necessario ridurre l'utilizzo dei mezzi privati a motore in favore della bicicletta e del mezzo pubblico. Esigenza che si evidenzia anche nei dati di Euromobility, che danno il tasso di motorizzazione di Firenze in crescita, laddove invece diminuisce nella maggior parte delle città italiane, sia grandi (Roma, Milano e Torino) che di dimensioni più simili a Firenze (come Bologna, Padova e Verona). Occorrono quindi più piste ciclabili e rastrelliere, serve un'accelerazione sul versante delle reti tramviare e maggiore integrazione intermodale, con parcheggi scambiatori e sistema di bike sharing.
 
·         da Greenreport           21 dicembre 2011

domenica 18 dicembre 2011

Boschi certificati PEFC: i numeri in Italia

di Erika Facciolla *

 Sapevate che ognuno di noi, in Italia, ‘possiede’ circa 200 alberi? Ebbene sì, i boschi sono il nostro più prezioso e grande patrimonio naturale (circa 12 miliardi distribuiti in tutto il paese. Fonte: Corpo Forestale dello Stato) e mai come negli ultimi tempi la tutela e la corretta gestione delle aree boschive sta diventando un argomento sempre più ricorrente anche nella cronaca recente.
Le vittime delle alluvioni che hanno duramente colpito laToscana, la Liguria e ultimamente la Sicilia, infatti, sono la triste conseguenza di una cattiva gestione forestale perpetrata per anni sul territorio e aggravata dalla tropicalizzazione del clima anche nel bacino del Mediterraneo.
Gli alberi, infatti, non rappresentano una riserva inesauribile di ossigeno, ma hanno l’importante compito di contenere le precipitazioni, fortificaregli argini dei fiumi e dare ospitalità e nutrimento agli animali. Malgrado lo sviluppo urbano sia inarrestabile, negli ultimi 50 anni la superficie boschiva nel nostro paese è più che raddoppiata (complice l’abbandono di molte aree rurali) e tra le specie più diffuse spiccano il faggio (tipico dei versanti appenninici) e il pino rosso, simbolo per eccellenza dei boschi alpini.

Per accelerare il progetto di tutela e gestione virtuosa delle aree boschive italiane, nell’ultimo anno è aumentato notevolmente il numero dei boschi a marchio PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), il sistema di certificazione assegnato alle foreste gestite in modo sano e sostenibile.
Il marchio PEFC assicura, cioè, che la foresta non sparirà mai e che per ogni albero tagliato ne verrà piantato un altro per garantire la continuità del ciclo vitale dell’ecosistema. Il legno proveniente da un bosco PEFC, inoltre, è lavorato nel pieno rispetto dei diritti socialie lavorativi dell’uomo e delle norme di sicurezza a tutela del lavoratore.
Attualmente in Italia sono certificati 773.667 ettari di foresta, che corrispondo all’ 8,5% della superficie totale a bosco; 744.538 con lo schema PEFCe 59.456 con quello FSC (Forest Stewardship Council, ente che garantisce la provenienza ecosostenibile del legno), oltre a 28.925 ettari con doppia certificazione PEFC-FSC.
Il legno proveniente da foreste certificate PEFC E FSC è per lo più utilizzato nel settore immobiliare/abitativo, ma grazie all’attività delle 1300 aziende specializzate nella trasformazione di questo materiale, la tendenza è destinata senz’altro a crescere e differenziarsi ulteriormente. Una bella boccata d’aria per l’ambiente e un buon affare anche per le nostre finanze…

 13 dicembre 2011                                     SCOPRI: Le 10 Foreste più a rischio nel mondo