lunedì 25 ottobre 2010

Firenze: Stop al consumo di territorio?

da: http://www.perunaltracitta.org/index.php?option=com_content&view=article&id=3777:stop-al-consumo-di-territorio-29-ottobre-il-caso-firenze&catid=60:urbanistica&Itemid=90

Un tema caldo dopo l'adozione del nuovo Piano strutturale
Stop al consumo di territorio.
29 ottobre: il caso Firenze
Ne parliamo venerdì 29 ottobre alle 16 presso la Sala delle Miniature a Palazzo Vecchio

Con Ornella De Zordo, Domenico Finiguerra, Marco Boschini, Antonello Sotgia, Giorgio Pizziolo e la partecipazione di Paolo Baldeschi, Claudio Greppi e Alberto Magnaghi.
Con l'adozione del nuovo Piano strutturale il sindaco Renzi ha introdotto un lessico nuovo agli usi dell'amministrazione fiorentina: introducendo il concetto di "Consumo zero di territorio" da noi sempre caldeggiato, sembra essersi distaccato - ma ad oggi solo sulla carta - con le politiche di chi lo ha preceduto a Palazzo Vecchio. Ne siamo lieti, "Zero consumo di territorio" è infatti l'unico approccio sostenibile, e che può consentire un equilibrio fra bisogni e risorse non falsato dalla speculazione.
Non è un caso che il movimento culturale e politico che si pone l'obiettivo di fermare il consumo di territorio abbia mosso i suoi primi passi grazie all'attivismo della società civile organizzata e di alcune amministrazioni più attente ai limiti dello sviluppo. Anche perUnaltracittà, sin dal 2004 ha contrastato con tutte le forze un'idea di urbanistica sviluppista che a Firenze ha portato i danni che oggi sono sotto gli occhi di tutti: il sistema Quadra di densificazione, la querelle di Castello, l'immane scempio della scuola dei Marescialli più uno stillicidio di inchieste della magistratura in tutto il territorio comunale.
E' necessario però mettersi d'accordo su quale accezione dare al termine "consumo zero" di territorio. Un vecchio detto popolare ci racconta infatti di come il maligno si annidi nei dettagli. Il rischio concreto nel disegnare la Firenze del 21° secolo è che si resti abbagliati dalle dichiarazioni roboanti di intenti per poi perdere il valore intrinseco del consumo zero di territorio in regolamenti urbanistici frutto di pressioni politiche ed economiche anacronistiche e figlie di una mentalità incapace di guardare al domani.
Per capire meglio cosa vuol dire "Consumo zero di territorio" nella sua accezione più avanzata, nell'invitare l'amministrazione fiorentina ad aderire alla campagna nazionale "Stop al consumo di territorio" promossa dall'Associazione dei Comuni virtuosi, perUnaltracittà promuove per il 29 ottobre prossimo una giornata di confronto sul tema a cui parteciperanno - introdotti da Ornella De Zordo di perUnaltracittà - Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi) e promotore della Campagna "Stop al consumo di territorio"; Marco Boschini, assessore del comune di Colorno (PR) e coordinatore dell'Associazione dei Comuni virtuosi; l'urbanista Antonello Sotgia, curatore del libro "Consumo del suolo zero" edizioni Carta; Giorgio Pizziolo, urbanista dell'università di Firenze e attivista di perUnaltracittà; all'incontro sono stati invitati a partecipare e gli architetti e urbanisti Paolo Baldeschi, Claudio Greppi e Alberto Magnaghi impegnati anche nella Rete dei comitati in difesa del territorio coordinata da Alberto Asor Rosa.

Cibo biologico e tipico nelle mense: è tutto esaurito


Grande successo del bando emesso dalla Regione Toscana, accolti 76 progetti

di Laura Pugliesi

Vanno forte i cibi biologici, tipici, tradizionali e con il marchio “agriqualità” nelle mense pubbliche della Toscana. Il bando emesso durante l'estate dalla Regione per la promozione di questi cibi e per l'educazione alimentare e l'aggiornamento professionale, che quest'anno aveva una dotazione di 700 mila euro, ha fatto registrare il “tutto esaurito” con la presentazione di 76 domande che sono state accolte e di altre 32 che sono giunte invece fuori termine.

"Questa misura – spiega l'assessore all'agricoltura della Regione, Gianni Salvadori – ha un duplice obiettivo. Il primo è quello di incrementare il consumo di cibi genuini, prodotti sul territorio, e di far conoscere e diffondere la qualità e la tipicità, che in Toscana vantano livelli di eccellenza. Il secondo, che è direttamente collegato, è quello di dare un sostegno ai produttori locali, la cosiddetta “filiera corta”, e di dare un impulso all'innovazione. Siamo molto soddisfatti del risultato – conclude l'assessore - per la qualità e la quantità dei progetti presentati dai comuni toscani e per la sensibilità dimostrata. Ci dispiace di non aver avuto a disposizione più risorse, ma i tempi e la crisi non hanno permesso di fare di più, almeno per quest'anno."


Fra i 76 progetti finanziati, alcuni (16) sono stati classificati come “progetti pilota”: riceveranno il 90% dell'importo totale di spesa del progetto. I rimanenti progetti riceveranno un contributo che va dal 20%, al 25% al 60% dell'importo a seconda della tipologia del progetto stesso (“scuola in fattoria”, “mensa toscana”; “orti scolastici”).

I progetti “pilota sono quelli dei comuni di: Terranuova Bracciolini, Scandicci, Bucine, Bagno a Ripoli, Castelnuovo Berardenga, Massarosa, Figline Valdarno, Quarrata, Vernio, Filattiera, San Giovanni d'Asso, Montemurlo.
Maggiori particolari sui finanziamenti e l'elenco completo dei comuni sono consultabili sul sito della Regione cliccando sul seguente link:

http://web.rete.toscana.it/attinew/?LO=00000001a6b7c8d9000000030000001300003b6b397e672c0000000000012b800000000000000000000000000000000000000000000000000000000 0000000000000000000000000&MItypeObj=application/pdf

da: Toscana Notizie Agenzia di informazione della Giunta Regionale http://www.toscana-notizie.it

Comunità del cibo ad energia rinnovabile al Salone del Gusto

da: http://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2010/10/24/news/terra_madre-8394395/

[ 22 ottobre 2010 ] Consumi | Energia

La comunità del cibo ad energia rinnovabile protagonista al Salone del gusto di Torino

LIVORNO. A Salone del Gusto di Torino, che si sta svolgendo in questi giorni (21-25 ottobre 2010 ) è presente con uno stand, la Comunità del cibo ad energia rinnovabile della Toscana, indicata da Carlin Petrini come un esempio di eccellenza nella salvaguardia degli ecosistemi, e nella promozione di modelli di sviluppo sostenibile.

Il progetto, frutto di un'intesa tra il Co.Svi.G ( Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche), Slow food Toscana e Fondazione slow food per la biodiversità, che si è già consolidato nel Distretto delle energie rinnovabili, individua nei territori (il progetto sarà allargato a tutta la Toscana) soluzioni appropriate per la produzione agro-alimentare con sistemi innovativi per il risparmio energetico e la tutela dell'ambiente, puntando sulla produzione caratterizzata dalle tecnologie di processo relative alle energie rinnovabili.

In prima fila in questo apprezzato programma di Slow Food, oltre alla Fondazione Slow Food per la biodiversità ed al Co.Svi.G. ci sono aziende che, con entusiasmo, hanno aderito all'iniziativa riscuotendo un successo anche commerciale e una nuova visibilità, conquistando nuovi mercati: l'Arcadia di Castelnuovo Val di Cecina (lavorazione insaccati), l' azienda agricola Podere Paterno, Monterotondo Marittimo; la fattoria dell'Antica Filiera, Castelnuovo Val di Cecina; il caseificio San Martino, Monterotondo Marittimo (prodotti caseari), la Parvus Flos di Radicondoli (basilico e altri prodotti orticoli), la Poderina Toscana (produzione olio extra vergine di oliva) di Casteldelpiano.

Il progetto Gusto pulito sarà presentato alla kermesse torinese, sabato pomeriggio
(ore 17) nello stand della Regione Toscana dal direttore generale del Co.Svi.G Sergio Chiacchella che sottolinea: «La nostra collaborazione-nasce da un comune sentire su tutti i temi ambientali. Si tratta di aziende vitali, forti, e, pur nelle differenti singole caratteristiche, attive anche fuori dal territorio del Distretto delle Energie Rinnovabili in termini di mercato e distribuzione. Ci auguriamo- aggiunge Chiacchella - che la crescita in termini di consapevolezza e rapporti testimoniata dalla nascita di questa "comunità" possa nell'immediato futuro contribuire ad uno sviluppo sia delle energie rinnovabili in senso lato, che dell'intero territorio geotermico toscano».

giovedì 21 ottobre 2010

Firenze: Green jobs al Festival della Creatività


sabato 23 ottobre · 16.00 - 18.00 - Cupola convegni a Piazza Duomo

Come l'ambiente cambia l'economia (e il lavoro)

La trasformazione verde dei modi di progettare, consumare, produrre e smaltire è considerata una strategia fondamentale per superare la crisi economica ed ecologica che stiamo attraversando. Energie rinnovabili, edilizia, trasporti, agricoltura, turismo, produzioni alimentari, comunicazione, finanza, gestione dei rifiuti e sicurezza del territorio... L’elenco è lunghissimo, e dimostra che la green economy interessa ogni comparto produttivo, generando nuovi posti di lavoro e consentendo la riqualificazione di molti di quei profili che non trovano più spazio nel mercato dell’occupazione.

Ne parlano Marco Gisotti, autore di Guida ai Green Jobs (edizioni ambiente), e Marco Frey, professore straordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

http://2010.festivaldellacreativita.it/node/2950

Le prime tappe del sogno ecologista

Ecologisti: decisioni del 1° meeting di Bologna della Costituente Ecologista


Nell’incontro di Bologna del 15-16 ottobre, oltre all’ipotesi fatta di arrivare ad una Assemblea Nazionale degli ecologisti in febbraio ed all’annuncio dell’arrivo in Italia di Cohn Bendit il 18 novembre sono state approvate alcune proposte, enunciate al microfono da Giuliano Tallone.


La prima è l’impegno a ricercare un momento di incontro, da qualcuno chiamato “conclave” dove paritariamente si possano cofrontare esponenti di tre aree: quella dell’appello per la Costituente Ecologista promosso dai Verdi, quella dell’appello “Il sogno: I have a dream” promosso da Michele Dotti ed altri e rivolto ad un area molto composita e larga ( ad esempio Comuni virtuosi, pacifismo, volontariato .. ), quella dei promotori del contemporaneo incontro nazionale di Torino promosso da MDF (Movimento decrescita felice ) PBC ( Per il Bene Comune ) e alcune liste civiche.

La proposta di incontro a tre, particolarmente sollecitata dal Gruppo delle Cinque Terre ma ampiamente condivisa a Bologna, è stata rimessa a fuoco nei giorni successivi,ventilando l’ipotesi di un incontro (del tutto da definire) a fine novembre (26-27).


La seconda decisione è l’indicazione di 16 nomi ( 8 donne, 8 uomini) che costituiscono un “Coordinamento operativo nazionale “ con l’obiettivo principale di avviare i “Tavoli tematici” .

Molto meno chiara è invece la gestione di “Tavoli regionali” cioè Assemblee e Meeting locali, in particolare Regionali per le quali vari intervenuti hanno indicato l’utilità che iniziative di questo tipo avvenissero già congiuntamente da parte dei diversi protagonisti esistenti localmente ma su cui non c’è stata nessuna reale definizione di comportamenti.

I nomi indicati sono :

Claudia Bettiol, Laura Ciacci, Tiziana Frangia, Loretta Napoleoni, Fabrizia Pratesi, Violante Pallavicino, Chiara Rapaccini, Marilù Santarelli.

Marco Boschini, Maurizio Di Gregorio,Domenico Finiguerra, Bruno Mellano, Giuliano Tallone, Dario Tamburrano, Mariano Turigliatto, Gaetano Turrini.

A questi nomi si presume ne verranno aggiunti alcuni altri indicati dai Verdi in numero non definito.


La terza decisione è quella che istituisce una quindicina di “Tavoli tematici” i cui nomi provvisoriamente sono:

1) Nuove politiche industrialie nuovi lavori (green jobs) 2) Energia e clima3) Legalità e diritti 4) Difesa dei beni comuni 5) Paesaggio,Beni Culturali,Cultura 6) Qualità della vita,salute ,ambiente 7) Mobilità, come muoversi nelle città 8) Il futuro: scuola, ricerca, formazione 9) L’agricoltura che vogliamo 10) Biodiversità,diritti animali, animalismo, specismo 11) Difesa e governo del territorio 12) Lotta alla povertà e Cooperazione internazionale 13) Lotta all’evasione, tasse, equità fiscale 14) Diritti civili, umani, pari opportunità 15) Europa e Regioni .

Una prima convocazione dei Tavoli tematici dovrebbe avvenire prima del 18 novembre.

http://eco-ecoblog.blogspot.com/2010/10/ecologisti-decisioni-del-1-meeting-di.html

martedì 19 ottobre 2010

Stop al consumo di territorio... il caso Firenze


Firenze venerdì 29 ottobre ore 16 – 19
Sala delle Miniature in Palazzo Vecchio


Un tema caldo dopo l'adozione del nuovo Piano strutturale

Con l'adozione del nuovo Piano strutturale il sindaco Renzi ha introdotto un lessico nuovo agli usi dell'amministrazione fiorentina: introducendo il concetto di "Consumo zero di territorio" da noi sempre caldeggiato, sembra essersi distaccato - ma ad oggi solo sulla carta - con le politiche di chi lo ha preceduto a Palazzo Vecchio. Ne siamo lieti, "Zero consumo di territorio" è infatti l'unico approccio sostenibile, e che può consentire un equilibrio fra bisogni e risorse non falsato dalla speculazione.

Non è un caso che il movimento culturale e politico che si pone l'obiettivo di fermare il consumo di territorio abbia mosso i suoi primi passi grazie all'attivismo della società civile organizzata e di alcune amministrazioni più attente ai limiti dello sviluppo. Anche perUnaltracittà, sin dal 2004 ha contrastato con tutte le forze un'idea di urbanistica sviluppista che a Firenze ha portato i danni che oggi sono sotto gli occhi di tutti: il sistema Quadra di densificazione, la querelle di Castello, l'immane scempio della scuola dei Marescialli più uno stillicidio di inchieste della magistratura in tutto il territorio comunale.

E' necessario però mettersi d'accordo su quale accezione dare al termine "consumo zero" di territorio. Un vecchio detto popolare ci racconta infatti di come il maligno si annidi nei dettagli. Il rischio concreto nel disegnare la Firenze del 21° secolo è che si resti abbagliati dalle dichiarazioni roboanti di intenti per poi perdere il valore intrinseco del consumo zero di territorio in regolamenti urbanistici frutto di pressioni politiche ed economiche anacronistiche e figlie di una mentalità incapace di guardare al domani.

Per capire meglio cosa vuol dire "Consumo zero di territorio" nella sua accezione più avanzata, nell'invitare l'amministrazione fiorentina ad aderire alla campagna nazionale "Stop al consumo di territorio" promossa dall'Associazione dei Comuni virtuosi, perUnaltracittà promuove per il 29 ottobre prossimo una giornata di confronto sul tema. a cui parteciperanno - introdotti da Ornella De Zordo di perUnaltracittà

- Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Mi) e promotore della Campagna "Stop al consumo di territorio";

- Marco Boschini, assessore del comune di Colorno (PR) e coordinatore dell'Associazione dei Comuni virtuosi; l'urbanista Antonello Sotgia, curatore del libro "Consumo del suolo zero" edizioni Carta;

- Giorgio Pizziolo, urbanista dell'università di Firenze e attivista di perUnaltracittà;

- all'incontro sono stati invitati a partecipare gli architetti e urbanisti Paolo Baldeschi, Claudio Greppi e Alberto Magnaghi impegnati anche nella Rete dei comitati in difesa del territorio coordinata da Alberto Asor Rosa.


perUnaltracittà - Lista di cittadinanza - Firenze
Info : http://www.perunaltracitta.org/ http://www.comunivirtuosi.org/

domenica 17 ottobre 2010

Sogni che concretizzano primi passi

Venerdì e Sabato sono stati due giorni importanti.
Due giorni di alta politica. Di confronto pulito e schietto. Società civile e politica ecologista si sono incontrati. Hanno cominciato a parlare con un linguaggio nuovo, un linguaggio semplice, capace di verità (fatta di assunzione di responsabilità e accettazione dei limiti). Con un atteggiamento nuovo, un atteggiamento umile e di fiducia reciproca. Ne è nata una creatura piccola e fragile. Potete sostenerla firmando i due appelli: http://www.abbiamounsogno.it/ ; http://www.costituentecologista.it/
Potete ascoltare l'intero dibattito a questi due link: http://www.radioradicale.it/scheda/313216 (prima giornata)
E' tutto da ascoltare, e non voglio far torto a nessuno, ma per farvi una rapida idea consiglio di non perdere: Domenico Finiguerra, Claudia Bettiol e Giuliano Tallone nella prima giornata. Michele Dotti; Massimo Marino; Angelo Bonelli e Mao Valpiana nella seconda.

Pietro

mercoledì 13 ottobre 2010

Un bel sogno per rinnovare la politica italiana


I have a dream...

Ho fatto un sogno, è meraviglioso e non intendo più svegliarmi.

Ho sognato che un bel giorno, un giorno non lontano, stanchi di attendere e sperare in tempi migliori, i settori più attivi della società civile si riuniranno per organizzare tutti insieme il cambiamento politico nel nostro paese, creando un’alternativa credibile, seria, affidabile che tutti gli italiani potranno abbracciare al di là dei rispettivi percorsi politici di provenienza.

Un nuovo soggetto politico, estraneo a tutte le vecchie logiche partitiche.

Un movimento fondato semplicemente sul “buonsenso”; quanto basta a capire che la raccolta differenziata è mille volte meglio degli inceneritori, che il risparmio energetico e le rinnovabili sono le vere alternative alla follia del nucleare, che le grandi opere servono solo ai grandi affari mentre sono le “piccole opere” quelle che migliorano davvero la vita della gente!

Un movimento che sa dire sì quando è il momento di dire sì e no quando è il momento di dire no, in modo chiaro e comprensibile a tutti: sì all’integrazione, al rispetto delle diversità, al pluralismo, alla libertà d’informazione, alla pace. No al razzismo, all’esclusione, al monopolio dell’informazione, alla censura, alla guerra e ad ogni forma di violenza.

Sarà così, riflettendo tutti insieme sui contenuti, che i rappresentanti della società civile -raccolti intorno a un tavolo- si accorgeranno di avere fra di loro molti più punti in comune di quanti non ne abbia mai avuti al proprio interno nessun partito nella storia repubblicana. Si renderanno conto cioè di avere creato in tutti questi anni di impegno silenzioso, non soltanto un orizzonte di valori comuni, ma anche un vero “programma” di azioni da realizzare per risollevare il paese, un programma fondato su una visione della società che nessun partito -fino ad ora- ha mai realmente promosso.

E così, mostrando una saggezza che non si è mai vista in Italia, questi “leader” di un “movimento senza leader” sceglieranno consapevolmente di fare ciascuno un passo indietro, per poterne fare dieci avanti tutti insieme.

Ho sognato che ognuno metterà da parte per un attimo quel pizzico di orgoglio, più che legittimo… direi quasi sacrosanto, per i percorsi meravigliosi che ha creato fino ad ora e rinuncerà alla propria sigla, al proprio nome, al proprio logo, per vederne i contenuti aprirsi all’intera società.

Sarà un atto di coraggio e grandezza d’animo, oltre che di lungimirante umiltà!

Un gesto di portata storica, che aprirà uno scenario nuovo per il paese.

E sarà così che in un solo giorno decideranno di fondersi tutti insieme -per un obiettivo comune- le associazioni di volontariato, i comitati, i movimenti e le liste civiche territoriali, le reti di comuni e gli enti locali virtuosi, il mondo del commercio equo e dei gruppi di acquisto solidale, le esperienze di finanza etica e di consumo critico, il mondo ecologista e quello pacifista, i comitati per i beni comuni e quanti si battono contro tutte le mafie… per creare uno straordinario progetto politico unitario ed aprirsi ad ogni singolo cittadino onesto del nostro Paese!

E tutti insieme creeranno un Partito ispirato al buonsenso e fondato sull’onestà, che inizierà da subito a presentare il proprio programma su internet, nelle piazze, in tutte le riviste della società civile, nei bagni in spiaggia e nelle baite in montagna, nelle liste d’attesa dei pediatri e delle poste, nei pub e ai concerti… spinto dall’entusiasmo di milioni di volontari di ogni età che ritroveranno finalmente il piacere di impegnarsi civilmente per il proprio paese.

I sondaggi presto rileveranno il peso enorme di questo partito, per cui presto anche le tv non potranno più ignorarlo e la visibilità sarà così moltiplicata.

I tentativi di screditarlo -e ve ne saranno diversi- falliranno miseramente, perché la credibilità delle persone che lo rappresentano è tale che non potrà essere smontata così facilmente.

I migliori esponenti della società civile, infatti, si impegneranno in questa sfida che la storia ha posto sul loro cammino.


Gli altri partiti, terrorizzati, reagiranno come possono, alla vecchia maniera, facendo mirabolanti promesse a cui nessun italiano ormai crede più e insinuando che i rappresentanti del nuovo “partito” non possono essere all’altezza della sfida, troppo inesperti dei meccanismi della politica e dell’economia…

A quel punto però nessuno li ascolterà, né replicherà, perché il “programma di governo” della nuova realtà è ormai chiaro a tutti e soprattutto pare scritto dalla gente, finalmente.

Si taglieranno gli inutili e costosissimi investimenti in armi, così come tutti i vergognosi privilegi della Casta, si riaffermerà con forza il valore della cultura, dell’istruzione pubblica, della sanità pubblica, dell’acqua pubblica, si ridistribuirà finalmente la ricchezza nel paese dopo decenni di accresciuta disuguaglianza, si stringerà un patto di solidarietà fra le generazioni che interromperà quella odiosa “guerra fra genitori e figli” sul piano professionale, sociale ed economico.


Liberi dalla paura, così a lungo strumentalizzata per fini elettorali, si ritroverà il piacere di uscire di casa, di stare insieme, di incontrare l’altro. Il razzismo sarà sconfitto dall’amicizia (e quando è il caso anche dall’amore) promossa da precise politiche volte a favorire l’incontro fra le culture.


Le esperienze virtuose -dopo innumerevoli e conclamati successi- verranno prese a modello per tracciare le politiche nazionali, finalmente improntate su una sana ricerca della felicità, più che sulla assurdità della crescita illimitata del PIL.


L’occupazione ripartirà fondata su base più solide, libera dalle fluttuazioni e dalle speculazioni della finanza e più concretamente incentrata sull’economia reale, sull’energia verde, sugli scambi locali, sulla solidarietà. Una solidarietà che andrà anche oltre le frontiere affrontando le sfide globali della fame, della sete, dell’analfabetismo, del lavoro minorile, con la necessaria efficacia.

Ho sognato che la stragrande maggioranza degli italiani -gente onesta che si alza la mattina per andare a lavorare, fa la fila in posta, rispetta il rosso al semaforo- troverà nel “Partito del buonsenso e dell’onestà” il proprio riferimento naturale alle elezioni, e milioni di cittadini che avevano abbandonato il voto perché esasperati e delusi, ritorneranno alle urne non dovendo più scegliere il “meno peggio”, ma potendo finalmente scegliere il “meglio”!

E così alle elezioni sarà un vero trionfo e la gente tornerà a sorridere, libera da quel velo grigio che impedisce oggi di guardare al futuro con speranza e serenità.

Le divisioni ideologiche presto saranno dimenticate e i nostri nipoti un giorno non riusciranno a capire, studiando la storia sui libri di testo, come noi abbiamo potuto impiegare tanto tempo prima di renderci conto di avere la forza necessaria e le capacità sufficienti per realizzare questa rivoluzione pacifica, prima di divenire consapevoli che questo sogno poteva davvero divenire realtà.


Prime adesioni, a titolo personale:

Michele Dotti - Educatore, formatore e scrittore
Francuccio Gesualdi - Coordinatore Centro nuovo modello di sviluppo
Marco Boschini - Assessore a Colorno
Andrea Segrè - Preside Facoltà di agraria di Bologna, ideatore del Last Minute Market
Jacopo Fo - Scrittore, attore, esperto di ecotecnologie
Flavio Lotti - Coordinatore Tavola della pace e Enti locali per la pace
Dario Fo - Attore, scrittore nobel per la letteratura
Franca Rame - Attrice e scrittrice
Fabio Salviato - Fondatore di Banca Etica
Michele Buono - Giornalista, autore televisivo
Luca Fioretti - Sindaco di Monsano
Antonio Vermigli - Rete Radio Resch, promotore Marcia per la giustizia di Quarrata
Franco Bassi - Socio fondatore circolo arci Fuori Orario
Marco Fratoddi - Direttore de La nuova Ecologia
Domenico Finguerra - Sindaco di Cassinetta di Lugagnano
Federico Taddia - Scrittore e autore radiofonico, radio 24, La stampa
Don Andrea Gallo - Sacerdote, fondatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova
Alessio Ciacci - Assessore all'ambiente Capannori
Giulietto Chiesa - Giornalista, pacifista e politico
Vincenzo Cenname - Già sindaco di Camigliano
Loris Mazzetti - Giornalista, autore televisivo
Don Giorgio De Capitani - Sacerdote, Monte di Rovagnate
Lucia Cosmetico - Giornalista ed autrice radiofonica
Massimo Marino - Ambientalista, Gruppo delle Cinque Terre
Eugenio Scardaccione - Dirigente scolastico, vice-presidente del GEP (Gruppo Educhiamoci alla Pace) di Bari
Matteo Ponzano - Direttore di Reset Radio
Alfredo Giacon - Movimento Etico Solidale, scrittore e velista
Giovanni Costa - Imprenditore, Eco-Recuperi
Giuliano Tallone - Ambientalista
Ezio Orzes - Assessore all'ambiente di Ponte nelle Alpi
Paolo Cacciari - Giornalista e politico
Eugenio Melandri - Fondatore di Chiama l'Africa e direttore di Solidarietà internazionale
Salvatore Giannella - Giornalista già direttore di Airone e L'Europeo
Padre Ottavio Raimondo - Missionario Comboniano
link per aderire:

lunedì 11 ottobre 2010

I Nemici della Rete


un libro di di Arturo Di Corinto e Alessandro Gilioli - Bur pag. 300 €. 11.50

La rete è la moderna frontiera della libertà e della democrazia. Luogo che apre canali di condivisione e scambio, internet è un diritto irrinunciabile, e la sua tutela l’unità di misura di un Paese civile. Nella corsa al digitale, però, l’Italia è il fanalino di coda dell’Occidente e il ritardo accumulato rischia di condannare i nostri figli a crescere in un Paese del terzo mondo. Ma qual è il freno che ci tiene inchiodati al passato? A chi giova l’ostinazione all’arretratezza che risulta evidente nei rapporti tra potere e web?

In un’inchiesta accurata e coraggiosa Arturo Di Corinto e Alessandro Gilioli svelano il lato oscuro di una catena di ottusità e interessi: leggi che sono al limite della censura, una burocrazia che è un pachiderma mangiasoldi, un’opposizione politica maldestra che nasconde la difesa di lobby intoccabili, fondi destinati all’innovazione che restano congelati nelle casse dello Stato, l’astio di una certa casta di giornalisti che vede tremare una tradizione di privilegi. Ma in un’Italia in affanno, gli autori raccontano anche le storie dei pochi illuminati che hanno visto nel web una risorsa, non soltanto per le proprie tasche, indicando così la strada perché il futuro non resti per noi soltanto un’ipotesi.
Scheda dell'autore: Di Corinto A. - Gilioli A.

da http://www.illibraiodellestelle.com/libri.php?prodotto=14111&id2=14111

domenica 10 ottobre 2010

Nel verde il futuro anche dell'economia

Ricerca Lorien Consulting: per gli italiani, quelle sulla Green economy sono le aziende del futuro

FIRENZE. Durante il terzo Forum "Qualenergia", organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, sono stati presentati i risultati della ricerca sulla Green Economy realizzata da Lorien Consulting in base ad interviste fatte ad un campione di italiani. Un primo dato che emerge dallo studio riguarda le tematiche ambientali in generale: tra le preoccupazioni degli italiani subito dopo il lavoro (indicato da 9 italiani su 10 del campione intervistato) viene l'ambiente (7 italiani su 10).

Nello specifico le questioni prioritarie da affrontare a livello nazionale sono i rifiuti e la promozione delle energie rinnovabili, considerate urgenti da più della metà del campione intervistato (58,6%); a livello locale l'attenzione si sposta su mobilità e trasporti, considerati i problemi più urgenti da quasi la metà degli italiani (46,5%). Per oltre il 75% degli intervistati il governo italiano potrebbe fare molto di più sulle questioni ambientali. Interessanti i dati della ricerca riguardanti il settore energetico: tra le fonti rinnovabili più conosciute restano al primo posto il solare e fotovoltaico, (65%), seguono l'eolico e l'idroelettrico.

Buona la percentuale di chi utilizza pannelli solari termici (47,5%) e fotovoltaici (47,3%). Per quanto riguarda il nucleare pare non sia conosciuto (?) citato da 2 italiani su 10, ma comunque basso è il gradimento di una politica di investimento del nucleare in Italia (il 58% è contrario), specie se la centrale fosse costruita nella regione di residenza, in questo caso sale al 66% la percentuale dei contrari (pensiamo che definita la sede degli impianti quest'ultimo dato potrebbe essere anche superiore ndr).

«I dati emersi sottolineano come gli italiani abbiano raggiunto una certa maturità in termini di risposta ad una crisi che attraversa trasversalmente molti settori dell'economia- ha dichiarato l'amministratore delegato di Lorien Consulting Antonio Valente- Gli italiani vedono nell'economia sostenibile l'ancora di salvezza dopo la crisi, e ciò può creare le basi per un vero salto di qualità, in questa direzione. Il fatto che oltre la metà degli italiani consideri le problematiche ambientali ai primissimi posti può essere il segnale di svolta, perché questa consapevolezza può consentire alla green economy di crescere indipendentemente dalle distinzioni politiche, di classe o di generazioni». Per risolvere la crisi gli intervistati ritengono comunque fondamentale ridurre la pressione fiscale per i lavoratori dipendenti, investire sulla formazione giovanile e sulle aziende impegnate nel settore delle fonti rinnovabili, considerate le aziende del futuro. «A confermarlo sono le risposte fornite all'ultima domanda, con la quale si chiedeva provocatoriamente agli intervistati, cosa avrebbero fatto se avessero avuto 1 milione di euro: il 77% li investirebbe nell'azienda eco-sostenibile. Gli italiani hanno capito che si può uscire dalla crisi se si imposta una nuova governance del sistema in cui tutti sono responsabili e partecipano attivamente ad un cambio di passo, che non può essere più rimandato» ha concluso Valente

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=7038

giovedì 7 ottobre 2010

Verdi al 20% in Brasile e Lettonia

Elezioni in Brasile: 20% allla verde Marina Silva

da http://www.gruppocinqueterre.it/node/668
Di Massimo Marino
E’ ormai certo che sarà il secondo turno, il 31 Ottobre, a decretare il 36° Presidente della Repubblica Federale Democratica del Brasile che avrà un ruolo da protagonista sul palcoscenico internazionale con il Mondiale di Calcio 2014 e le Olimpiadi del 2016.
Contestualmente alle elezioni presidenziali del 3 ottobre si è votato anche per il rinnovo della Camera dei Deputati ( 513 seggi) e del Senato (54 degli 81 membri); si eleggono anche i governatori dei 26 stati brasiliani e del Distretto Federale (27 in totale). A contendere la vittoria a Dilma Rousseff, ( Partido dos trabalhadores - PT) che non ha superato il 50%, ( ferma al 47%) sarà il socialdemocratico José Serra, (PSDB) dalle radici calabresi (32%); non ci sono partiti formalmente di destra . Dilma Rousseff ha vinto in 18 dei 27 Stati del paese, José Serra in 8 e la verde Marina Silva in uno, il Distretto Federale della capitale Brasilia.
Il Brasile deve scegliere il successore di Lula, e per la prima volta nella sua storia dovrebbe eleggere una donna. La Rousseff, designata da Lula, non più ricandidabile dopo 2 mandati, è molto nota perché, di famiglia molto agiata, partecipò a fine anni ’60 alla lotta armata all’interno del Movimento per la Liberazione (COLINA), scelta che si deve anche alle letture di Regis Debray, amico di Fidel Castro, da pochi anni affermato leader di Cuba; nel 1970 venne arrestata, torturata per 22 giorni, liberata dopo quasi 2 anni.
La vera sorpresa dei risultati del primo turno di ieri però, non è stata la candidata delfina di Lula e probabile prossima presidentessa brasiliana, Dilma Rousseff ma Marina Silva, ex ministro dell'ambiente del governo Lula, candidata ambientalista del partito dei Verdi.(PV).
Marina Silva è nata in una "colocação" (case di legno construite su palafitte) nel Seringal. Prima cameriera, poi diventata sindacalista, si impegna nella causa ambientale, fino a diventare la più stretta collaboratrice di Chico Mendes, fondatore del movimento dei "seringueiros", i raccoglitori di caucciù dell'Amazzonia contrari alla deforestazione. Quando Mendes è assassinato da grandi possidenti, la Silva ne rileva la lotta e il titolo di ambientalista più famosa del Brasile. Nel 2007, riceve il premio “Champions of the Earth “ dell'Onu. Popolarissima, nel 1990 è la deputata più votata del Brasile, e di nuovo nel 1994 è eletta senatrice per il PT con il maggior numero di voti del Paese.
Nel 2003, con l'elezione di Luiz Inacio Lula alla presidenza della Repubblica fu nominata Ministra dell'Ambiente. Da allora fu costantemente al centro di vari scontri con altri membri del governo, quando gli interessi economici si contrapponevano alla difesa dell'ambiente. Marina Silva affermò che dalla rielezione del presidente Lula, alla fine del 2006, alcuni progetti importanti della sua gestione ministeriale, come la creazione di aree protette in Amazzonia, erano stati di fatto bloccati. Durante il primo governo Lula (2003- 2006), erano stati protetti 24 milioni di ettari di verde, poi solo 300.000 ettari nel 2007. Negli ultimi anni di governo aumentarono le divergenze su problemi ambientali con la collega di governo Dilma Rousseff.
Marina Silva denunciò le pressioni da parte di Blairo Maggi e di Ivo Cassol, rispettivamente governatori di Mato Grosso e di Rondonia, per rivedere le misure cautelative contro i disboscamenti dell'Amazzonia.
Nel 2007 un movimento apartitico di cittadini, denominato "Movimento Marina Silva Presidente", iniziò a sostenere pubblicamente la possibilità di una candidatura di Marina Silva alla presidenza della Repubblica. Tale movimento ebbe ripercussioni a livello internazionale: il Partito verde europeo insistette affinché il Partito Verde Brasiliano invitasse la Silva ad entrare nel partito. Il 19 agosto 2009, Marina Silva ha annunciato la sua uscita dal PT. Marina dichiarò che la decisione era stata sofferta e la paragonò all'abbandono della casa dei genitori 35 anni prima.
Marina che è di religione protestante, ha ricevuto anche il voto convinto di parte della comunità evangelica, molto lontana dalle posizioni considerate abortiste e pro-matrimonio gay della Rousseff.
Ma soprattutto ha raccolto il frutto di un impegno che la vede da anni in prima linea sul fronte ambientalista in un paese cruciale come il Brasile: il 20% dei brasiliani l'ha premiata per essere stata tra le più strenue nemiche degli interessi economici che stanno distruggendo l' Amazzonia, il polmone verde del pianeta. Impegno che nel 2008 la indussero alle dimissioni da ministro: l'ultima ferita inferta alla sua amata foresta fù la ripresa dei lavori per la gigantesca diga di Belo Monte, già bloccati negli anni '80 in seguito a una mobilitazione mondiale a cui parteciparono anche molti divi occidentali - tra i quali Sting.
Marina Silva era un mito prima di essere scelta come candidato alle elezioni presidenziali per il PV: ora, visto il successo a sorpresa di ieri, è diventata protagonista della politica di Brasilia, e sarà probabilmente l'ago della bilancia nel ballottaggio La Silva ( praticamente ignorata dai media italiani), ha superato la barriera del 20%, incassando un mare di consensi soprattutto nel dipartimento federale della capitale Brasilia. Nei giorni prima del voto bastava digitare “Marina43” o “Voto Consciente” in Twitter per capire che l’impeto degli studenti e della classe media progressista che usano Internet e danno un appoggio critico al governo fosse tutto per lei.
Il più votato alle elezioni politiche di ieri in Brasile è però un clown: Tiririca, amatissimo pagliaccio delle tv brasiliane, che ha ottenuto una valanga di voti nel PR, partito alleato di Lula: più di 1,1 milione.
“ Tu sai cosa fa un deputato federale? - ha ripetuto nella sua campagna elettorale il commediante, compositore, cantante e umorista – “ Non lo so neppure io, ma vota per me che poi ti racconto “. Tiririca ammette tra l'altro pubblicamente che quando sarà deputato, prima cercherà di aiutare la sua famiglia e dopo i poveri del Brasile: “Votate il deputato vestito da pagliaccio: molto meglio di questi pagliacci vestiti da deputato “. Con qualche vaga allusione al recente scandalo di corruzione che ha coinvolto la capo gabinetto e braccio destro della Rousseff, Erenice Guerra ed a Josè Roberto Arruda il governatore uscente e non ricandidabile del Distretto Federale della capitale Brasilia, dopo il suo coinvolgimento in uno scandalo di corruzione alla fine del 2009.
Fin dai primi dibattiti nella nottata, gli analisti si chiedevano se il Brasile è alle porte di una nuova “ondata verde “ guidata proprio dall'ex ministro dell'ambiente di Lula. Il primo turno si è chiuso con una grande delusione per la Rousseff e per Lula: il quale dovrà difendersi dalle critiche per aver scommesso tutto sulla Rousseff, che ha di fatto mancato il suo primo appuntamento politico di rilievo a livello nazionale. Comunque anche il Brasile sembra entrato nel nuovo secolo ed alla ricerca di nuovi paradigmi per disegnare il proprio futuro.
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Grande vincitore delle elezione in Lettonia è anche Aivars Lembergs, il sindaco di Ventspils, la più ricca e florida città della Lettonia, situata sulla costa occidentale. Proprio nella regione costiera di Kurzeme il ZZS, il partito dei verdi e degli agricoltori che candidava premier Lembergs ed è attualmente alleato di governo di Dombrovskis, ha riscosso una grande affermazione, che gli ha permesso di raggiungere a livello nazionale il 19%.

da : http://www.ilpost.it/2010/10/03/risultato-elezioni-lettonia-centrodestra/

Il centrodestra vince le elezioni in Lettonia
Il partito conservatore guidato da Valdis Dombrovskis ha ottenuto la maggioranza relativa
Si è fermato al 26 per cento il partito russofilo di Jānis Urbanovičs, favorito nei sondaggi pre-elettorali

Valdis Dombrovskis, il trentanovenne primo ministro conservatore lèttone, è il vero vincitore delle elezioni per il rinnovo del Parlamento della Lettonia. Saskanas Centrs, il partito filorusso di tendenza socialdemocratica, che tutti i sondaggi dall’estate ad oggi davano in testa, ha subito un’inattesa battuta d’arresto. Jānis Urbanovičs, leader di SC, dunque non sarà il primo premier filorusso della Lettonia dal crollo dell’Urss. Toccherà con ogni probabilità nuovamente a Valdis Dombrovskis ad assumere la guida del nuovo governo lèttone. Questi i verdetti più significativi delle elezioni legislative che si sono svolte ieri in Lettonia.

Vienotiba (Unità), il partito del premier Dombrovskis, ha ottenuto la maggioranza relativa con circa il 30%, un risultato sorprendente, non solo perché Dombrovskis, da un anno alla guida del paese, ha dovuto mettere in atto negli ultimi dodici mesi una politica decisamente impopolare, fatta di lacrime e sangue, per evitare la bancarotta della Lettonia, ma anche perché le elezioni europee dello scorso anno e la clamorosa vittoria alle elezioni per il sindaco di Riga di Saskanas Centrs sembravano aver aperto la strada per un’affermazione del partito filorusso anche in queste elezioni legislative (in Lettonia quasi il 30% della popolazione è russofona).
Evidentemente l’elettorato lèttone si è ricompattato di fronte alla minaccia di una forza politica filorussa che per la prima volta si presentava con una fondata possibilità di conquistare il potere nel paese, ma probabilmente ha anche premiato il grande sforzo di risanamento del bilancio dello Stato che la compagine governativa guidata da Dombrovskis ha intrapreso.
L’altro grande vincitore delle elezione è Aivars Lembergs, il sindaco di Ventspils, la più ricca e florida città della Lettonia, situata sulla costa occidentale. Proprio nella regione costiera di Kurzeme il ZZS, il partito dei verdi e degli agricoltori che candidava premier Lembergs ed è attualmente alleato di governo di Dombrovskis, ha riscosso una grande affermazione, che gli ha permesso di raggiungere a livello nazionale il 19%.
Il successo della coalizione di governo è completato dal buon risultato dei nazionalisti di Tēvzemei un Brīvībai (Per la patria e la libertà), che riescono a superare la soglia di sbarramento conquistando il 7.5%.
Le forze che hanno sostenuto il governo escono quindi con il 57% da questa tornata elettorale, risultato che consente a Dombrovskis di contare in una maggioranza abbastanza ampia in Parlamento (sono 100 i deputati del Parlamento lèttone), necessaria per continuare nella severa opera di risanamento dell’economia del paese.
La Lettonia è alle prese con la restituzione di un maxi prestito di 7,5 miliardi di euro che il FMI ha concesso l’anno scorso per salvare il paese dal fallimento, e c’era apprensione nei mercati finanziari internazionali per una possibile affermazione dei filorussi di Saskanas Centrs. Un governo guidato da SC avrebbe rimesso in discussione gli impegni presi da Dombrovskis sulla strada del risanamento, e sul mantenimento delle politiche di integrazione nell’Unione Europea perseguite dall’attuale governo, con l’obiettivo di entrare nell’euro a partire dal 2014.

I delusi di queste elezioni sono dunque le opposizioni, Saskanas Centrs e Par Labu Latviju (Per una buona Lettonia), che appena un anno fa avevano invece ottenuto una grande vittoria nella tornata elettorale che accoppiava le europee e le amministrative, riuscendo a conquistare il governo della capitale Riga, con Nils Ušakovs primo sindaco russofilo di Riga.
Saskanas Centrs (Centro dell’Armonia), con quasi il 26% è il secondo partito, conquista molti seggi in Parlamento e visibilità nel paese, ma è un risultato che non permette a Jānis Urbanovičs, leader di SC, di aspirare alla poltrona di primo ministro. SC si afferma comunque come una presenza importante e ormai ben identificata nella difesa degli interessi della popolazione russofona della Lettonia, che sembra aver scelto definitivamente di appoggiare una forza più moderata e costituzionale come SC, rispetto ai partiti estremisti e radicali russofoni.
Pessimo risultato per il vicesindaco di Riga Ainārs Šlesers, candidato premier di Par Labu Latviju, partito liberale guidato da un gruppo di imprenditori e possibile alleato di SC in Parlamento, che ottiene solo il 7,5%.
Rimangono fuori dal nuovo Parlamento gli estremisti russi di PCTVL che ottengono solo il 1,4%. Un vero crollo, rispetto al 9% ottenuto alle Europee dello scorso anno.
Resta comunque il paradosso di un paese in cui esistono enclavi con forte maggioranza di popolazione russofona, come nella regione di Latgale, dove Saskanas Centrs ottiene il 45% dei consensi, e nella stessa capitale Riga dove SC si conferma primo partito con il 39%.

Dunque l’opzione più probabile alla riapertura dei lavori parlamentari, che per la prima volta avranno solo cinque partiti rappresentati, appare la riproposizione di un governo sostenuto dall’attuale maggioranza di centro-conservatore, Vienotiba, ZZS e Tēvzemei un Brīvībai, con la riconferma di Valdis Dombrovskis premier, anche se poi nel Parlamento lèttone qualsiasi alleanza e maggioranza variabile è sempre possibile, compresa quella della grande coalizione, con Vienotiba e Saskanas Centrs a condividere, in un governo di ampia maggioranza, le dure politiche economiche che il paese necessita, e per non isolare del tutto in Parlamento una forza così vasta, che rappresenta la parte russofona del paese, una possibilità che Dombrovskis ha tenuto aperta nelle prime dichiarazioni subito dopo il voto. Un’altra eventualità sussurrata nelle ultime ore sarebbe quella di un appoggio esterno di SC al governo di Dombrovskis in cambio della presidenza di alcune commissioni parlamentari.
In ogni caso il voto di ieri descrive una Lettonia che sostiene il lavoro compiuto in questo ultimo anno da Dombrovskis, che da parte sua sa quanto resti ancora difficile il suo compito. “Non c’è ragione di essere euforici di fronte a questa vittoria, ci attende un duro lavoro” è stata la sua prima affermazione dopo il successo di ieri notte.

martedì 5 ottobre 2010

Transition Talk: "ATTERRAGGIO MORBIDO"


Mercatale Vernio ( Prato) domenica 7 novembre • 10 – 19
Museo MUmat (ex Meucci) - Via della Posta Vecchia 1

Valbisenzio in transizione - verso un futuro sostenibile e felice -

Promosso e organizzato dalla Rete delle Associazioni per la Transizione nella Valle del Bisenzio: Basilico, La Bambina di Chimel, SestoCielo, Eccetera, Terra Semplice, Venti di Terra, ed il prezioso aiuto dell’Associazione AUSER Verde-Argento di Vernio
Con il Patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Vernio

Ore 10.30 Transition Talk
Ore 13.00 Pranzo-buffet riservato ai partecipanti
Ore 14.30-16.00 Approfondimenti e conclusione

Ore 17.00 Proiezione aperta al pubblico e gratuita del film “Home”
di Yann Arthus-Bertrand prodotto da Luc Besson
Un grande film dedicato al Pianeta Terra ed al suo fragile splendore. Immagini aeree, girate in più di cinquanta paesi del mondo, mostrano i grandi cambiamenti ambientali e sociali che la Terra sta subendo. Non un semplice documentario, ma un ambizioso progetto: un messaggio, emotivamente coinvolgente, per salvare il mondo.
“BISOGNA AGIRE, E’ TROPPO TARDI PER ESSERE PESSIMISTI”-

MA CHE COS’E’ LA TRANSIZIONE?

Il mondo sta cambiando molto rapidamente e senza chiedere il permesso a nessuno. L’esaurimento dei carburanti fossili, la recessione economica, i cambiamenti climatici: stiamo entrando nel 21esimo secolo con un mare di problemi, ma anche con enormi OPPORTUNITA'! In tutto il mondo molte comunità locali si stanno organizzando per creare il proprio futuro anziché subirlo, liberando la creatività e la forza della capacità di adattamento e della coesione sociale: sono le città di transizione..... Ma come fanno?

Ne parliamo con Cristiano Bottone, facilitatore del Movimento di Transizione in Italia

La partecipazione è gratuita ed ESCLUSIVAMENTE SU PRENOTAZIONE, da effettuarsi entro il 02/11/10.
Il pranzo, a base di prodotti locali trasformati in manicaretti dalle abilissime amiche dell'Associazione AUSER, rappresenta un momento importante di condivisione e socializzazione al quale tutti sono invitati a partecipare. Verrà richiesto un contributo di 15 euro/persona, da versare all'accoglienza
Chiediamo inoltre ad ogni partecipante di portare con sé bicchiere, tovagliolo e posate (i piatti verranno forniti) così da evitare l'utilizzo di ingombranti ed inquinanti stoviglie in plastica.
Info e prenotazioni: sestocielo@gmail.com tel. 349 1172124

Bologna Primo Meeting della Costituente Ecologista

Bologna Primo Meeting della Costituente Ecologista

Bologna Primo Meeting della Costituente Ecologista
Date di svolgimento:
15 Ottobre 2010 - 16 Ottobre 2010
Il Meeting si terrà a Bologna presso "La Scuderia" Piazza Verdi 2

orari:

venerdi 15 ottobre: dalle ore 14 alle ore 19

sabato 16 ottobre: dalle ore 9.30 alle ore 18

Il programma dettagliato sarà pubblicato quanto prima.

da: http://www.costituentecologista.it/bologna-primo-meeting-della-costituente-ecologista