mercoledì 21 luglio 2010

Politiche per la sostenibilità da un lato, politiche del governo dall'altro

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Smantellamento scali merci, commissione compatta impegna la Regione a assumere iniziative presso governo e Fs


LIVORNO. Perché in Italia la mobilità sostenibile è un miraggio? Perché la politica sottoforma del governo che ha oggi la maggioranza compie scelte quali quella di smantellare gli scali merci di Grosseto, Chiusi (Si), Empoli, Arezzo e San Giovanni Valdarno (Ar). E al consiglio regionale non resta che cercare di fare quadrato approvando all'unanimità la mozione di Marco Carraresi (Udc) proprio sulla dismissione di attività ferroviarie, trasferimento di competenze verso altre regioni e drastica perdita di posti di lavoro (1200 negli ultimi due anni). La mozione è stata approvata dalla commissione Mobilità e infrastrutture presieduta da Fabrizio Mattei (Pd).

Sulla vertenza Ferrovie Toscana la commissione intende assumere una posizione decisa, "frutto di una preoccupazione diffusa e trasversale a tutte le forze politiche". Partendo dalla mozione presentata dal vicepresidente Udc Marco Carraresi (n. 7 In merito allo smantellamento di importanti servizi del sistema ferroviario regionale), approvata all'unanimità e prossima ad essere iscritta nei lavori d'Aula del Consiglio regionale, si ribadisce una "valutazione fortemente negativa" sulle recenti scelte aziendali operate dal gruppo di proprietà interamente pubblica, che "rischiano di penalizzare lo sviluppo e l'occupazione nel campo ingegneristico ferroviario a Firenze e nell'intera regione" e di "non far sviluppare il trasporto su ferro come valida alternativa alla gomma per la logistica delle merci".

Alla Giunta regionale che ha seguito l'iter della mozione, l'assessore ai Trasporti Luca Ceccobao era presente al voto, viene chiesto l'impegno ad "assumere urgenti iniziative nei confronti di governo e Fs per scongiurare lo smantellamento degli scali merci su ferro" e di "riaffermare l'importanza di realizzare la rete logistica toscana per i trasporti delle merci con collegamenti fra i porti di Livorno, Carrara e Piombino e gli interporti di Prato e Guasticce, che rischia di determinare gravissime ripercussioni sul mercato del lavoro e sull'economia regionale e nazionale". Massima attenzione anche per i lavoratori della società Trenitalia Cargo perché non debbano pagare le conseguenze "di scelte illogiche e contraddittorie". All'Esecutivo viene inoltre rivolto l'invito a verificare l'attuazione di quanto previsto dal Protocollo d'intesa su aree di proprietà del Gruppo FS, "subordinandone l'attuazione all'adozione di scelte rispondenti" all'interesse pubblico dei cittadini e dei lavoratori della Toscana.

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