Il 26 ottobre l’ Ufficio Europeo dei Brevetti ha annullato all’ultimo momento l’udienza per la decisione finale riguardante il brevetto sul broccolo in mano alla Monsanto, decretando in tal modo la validità di tale brevetto, e provocando un’ondata di protesta tra cittadini, agricoltori, associazioni e molte istituzioni europee …
Era ben poca dunque la speranza che l’ 8 novembre - giornata in cui l’EPO avrebbe dovuto emanare la seconda sentenza in programma, quella sul brevetto sul pomodoro in mano al Ministro dell’agricoltura israeliano - le cose sarebbero andate meglio. Considerando che l’EPO ha già rilasciato negli ultimi anni un centinaio di brevetti su organismi riprodotti con metodi tradizionali non si osava sperare che vi fosse una decisione ad essi sfavorevole.
Invece a sorpresa l’EPO ha tirato oggi un freno d’emergenza e si è preso un momento di riflessione prima di decidere su quello che è stato sempre indicato come il secondo “caso giuridico”: il brevetto sul pomodoro. L’EPO ha deciso di non recare al momento un ulteriore danno alla sua immagine! La sua “Technical Board (Corte Tecnica) ha deciso di rinviare un’altra volta il quesito all’Alta Corte d’Appello!
Secondo Christoph Then , portavoce della coalizione “NO patents on seeds”: “ Non dobbiamo correre il rischio di credere che questa sia una soluzione finale per i brevetti sulle piante e animali riprodotti in modo tradizionale: conosciamo le contraddizioni abituali dell’EPO … tuttavia va detto che fino ad oggi nessun caso era mai stato rinviato due volte all’Alta Corte d’Appello. Bisogna credere che l’EPO inizi a temere un deterioramento eccessivo della sua immagine”
( notizie tratte da Equivita )
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