sabato 22 gennaio 2011

Da Jutta Steigerwald in vista dell'incontro conclave del 29-30 Gennaio “Sostenibilità ambientale: uno sguardo di genere”

“Sostenibilità ambientale: uno sguardo di genere”
Verso una responsabilità condivisa per una sostenibilità ambientale:
Il ruolo delle donne Bolzano, il 31. Ottobre 2003;

Jutta Steigerwald

I. Responsabilità condivisa
II. Sostenibilità ambientale
III. Il ruolo delle donne

Responsabilità condivisa

Come mai prima nella storia umana conosciuta fino ad oggi, il richiamo del “Vertice della Terra” nel 1992 ha
mobilitato cosi tante donne da tutti gli angoli del mondo. Donne impegnate in molteplici movimenti di base ed
associazioni, donne attiviste, donne che lavorano negli organismi non-governativi, questa volta senza la “dipendenza diretta di un finanziamento di progetti”; donne di organismi vari, si sono incontrate per discutere una visione di vita, di società, del mondo, facendovi entrare i sogni di ognuna: un mondo di pace, di giustizia, di libertà, una vita degna e felice per ognuno senza riguardo di classe, di colore, di razza, di sesso. Questi “sogni” comuni sono stati alla base della volontà di comunicare, di ascoltare, di vedere, di dialogare - l’avvio di un processo faticoso ma fertile tra diversi attori.
Il pensiero nuovo e la saggezza introdotti in questo processo si potrebbe descrivere nell’evidenziare la stretta
connessione tra l’economia e l’ecologia, due lati della stessa medaglia, superando il concetto di uno sviluppo inteso come crescita senza riconoscimento di limiti e come sottomissione di tutti gli altri aspetti quali l’ambiente, o meglio la natura, il lavoro, le relazioni, la vita sociale e la cultura.
Questo concetto di sviluppo si basa su valori quali l’ importanza dello sforzo privato, degli interessi privati, del profitto privato, la competizione, l’utilitarismo, il possesso individuale, valori che hanno generato un’ immagine dell’individuo che non ha nessun dovere, nessuna responsabilità verso la società, e ancora di meno verso la natura o l’ambiente.
Questa visione trasforma l’individuo in un risultato dei meccanismi dell’economia del mercato e del lavoro salariato, che come ogni altra merce può essere comprato, venduto, sfruttato, usato, buttato fuori.
La sua attività, produttività e creatività sono misurate nel Prodotto Nazionale Lordo o nella Borsa. L’applicazione di questo concetto ha reso le donne e la natura virtualmente inconoscibili, definendole come le vede e non come sono.
La saggezza introdotta si basa sul riconoscimento delle differenti civiltà del mondo e dei loro ideali e riesce a
combinare dialetticamente e a rispettare la pluralità delle differente società, la loro filosofia, la loro scienza, le loro traduzione e culture. Si scopre che sono radicate nel particolare, nel territorio, e che nello sviluppare un contesto di sincero rispetto e reciproco scambio di esperienze vissute si arriverà a far crescere quei nuovi paradigmi per una responsabilità condivisa.
Chi partecipava nel 1995 qui a Bolzano al seminario “Non si vive solo del mercato”, potrà ricordarsi l’esperienze e la base comune espresse dalle contadine, e dalle persone che lavorano con contadine, provenienti da diversi continenti, da diverse terre e valli del mondo.

Sostenibilità ambientale

L’uso inflazionato della parola sostenibilità e le varie interpretazioni (esistono più di 1000 interpretazioni di sviluppo sostenibile) ha già sorpassato una seria possibilità di una base politica e di un senso comune (responsabilità condivisa). Il concetto dello sviluppo sostenibile era stato proposto ed elaborato all'interno della “famiglia internazionale”, l’ONU, l’unico strumento politico democratico che c’è al livello internazionale. Sostenibilità deriva dal verbo “sostenere” che significa reggere, portar il vero, dar forza, sopportare.
Quali sono le separazioni di fondo delle varie interpretazioni?
Si potrebbe descriverle da un lato “una maschera” sotto la quale si continua come prima (“business as usual”: finché non sono fermati o costretti a cambiare dalla legge, da eventi naturali o da un senso comune dei cittadini espresso in pratiche ed esperienze di nuove possibili vie, come boicottaggi ed altro )
Le altre interpretazioni si basano più sulla “sostenibilità della vita”, cioè uno studio sincero delle interconnessioni nel mondo naturale che crea, produce e rigenera vita senza un minimo spreco di energia e senza creazione di rifiuti, produce e riproduce nei cicli degli eventi naturali. Si cerca in questi processi l’integrazione dell’attività umana sviluppando le sue capacità e creatività.
Tra questi due estremi descritti di interpretazione si trovano certamente tante variazioni e sfumature.
“Da quando lo sviluppo è divenuto il modo deliberato per far dimenticare alle società i loro legami con la terra, ricordare questi legami diviene un atto di resistenza politica e di risanamento ecologico. Esistono processi di conoscenza, processi che cercano la conoscenza attraverso la partecipazione, non il dominio.
Partecipare alla vita di un organismo non è semplicemente un metodo più efficace per conoscerlo, è una fonte di liberazione e di forza per il conoscitore”
(Vandana Shiva: La fine della storia. Il mondo che vive alle spalle del futuro, in
“Azione non-violenta”, Verona, 1992)
La propria scelta di interpretazione si può orientare all’onestà e sincerità delle intenzioni, alla responsabilità verso se stessi e verso gli altri (la ricerca di responsabilità condivisa e partecipata). alla crescita della propria conoscenza.
La precauzione e la comune, ma differenziata responsabilità - due concetti importanti nel risanamento socio-ecologico e le innovazioni necessarie - hanno causato forte resistenza da parte dei paesi industrializzati alla Conferenza sullo “Sviluppo Sostenibile” dell’ONU, tenutasi a Johannesburg l’anno scorso. Saranno le donne di questi paesi ad insegnare ai politici dei propri paesi questa lezione?

Il ruolo delle donne

Le pratiche e il sapere delle donne non si limitano nelle istituzioni. Anzi, le diversità delle attività femminili fuori e dentro le istituzioni sono indispensabili nel costruire una sostenibilità ambientale e nella vita di una società.
L’esperienze fatte in diversi campi, che siano nella agricoltura o nel mondo imprenditoriale, nel sindacato, come insegnanti, nelle aree di salute, nel volontariato, in tante iniziative delle donne o in casa, sono una fonte di ricchezza e di alternative.
In varie occasioni le donne hanno sottolineato priorità per aggiungere ulteriori equilibri verso una vita ed un ambiente sostenibile:
- Rivalutare: Nel rendersi conto che la qualità della vita dipende dallo sviluppo delle relazioni umane, della creatività, delle espressione culturale ed artistiche, della spiritualità, del rispetto per il mondo naturale e la celebrazione della vita, e non dipende da un maggior consumo di beni materiali non essenziali. Analizzare i nostri stessi stili di vita sotto la luce indicata ed impegnarsi personalmente.
-Studiare e sperimentare insieme con vari attori della società nuovi modelli di consumo e di produzione
-Sviluppare e sperimentare nuovi modelli di ricchezza
-Stimolare e prendere conoscenza della situazione e costituire un esempio di un ambiente più equilibrato che rafforzi il senso di comunità, incoraggi la creatività positiva, l’approfondimento delle relazioni interpersonali, e soddisfi le esigenze fisiche, mentali e spirituali di ciascuno
-individuare quale sono i fattori nella vita che veramente portano gioia, salute e soddisfazione
-Ristrutturare e ridistribuire: Influenzare le politiche fiscali, monetarie e commerciali a tutti livelli perché tengano
adeguatamente conto della integrazione dei costi sociali ed ambientali nei prezzi dei prodotti;
-Promuovere la conversione dell’economia che rafforza le economie locali e regionali e la loro autosufficienza
-Sostenere legislazioni che tutelano l’ambiente e il consumatore nell’ avere prodotti sani e sicuri
-Sostenere un turismo responsabile
-Sostenere sistemi di trasporto sostenibili
-Partecipare e sostenere sforzi nei campi educativi e della formazione, nei centri di sapere, della scienza e tecnologia che si possano aprire verso l’esigenze dei cambiamenti
-Impegnarsi per l’integrazione di sistemi di sapere, di tecnologie, di salute sperimentati nel passato o in altre culture che possano complementare e migliorare la qualità di scelta di ognuno e contribuire qualitativamente al benessere e alla salute delle comunità.
-Risanare e Rigenerare, Ridurre e Riutilizzare: Ridurre e risanare l’impatto delle agricolture industrializzate, coltivando prodotti adatti al territorio e al clima, dare priorità nel commercio ai prodotti locali, regionali, nazionali, consumando cibi prodotti localmente, possibilmente con metodi organici
-ridurre il consumo di energie in genere e di energia prodotto da fonti non-rinnovabili in particolare e sostenere fonti di energie rinnovabili
-Ridurre inquinamento e rifiuti
-Riciclare dovunque è possibile

Un nuovo patto con la Natura e la Cultura

Le donne sono coscienti che i problemi ambientali sono una misura della dimensione etica della nostra civiltà. Gli interessi e i valori delle donne sono sempre stati strettamente legati ai concetti di interdipendenza e di
armonia. Possiamo perciò richiamarci anche in un nuovo patto con la Natura e la Cultura.
Però ci si deve disfare dai paradigmi di deterioramento, esclusione e distruzione della vita. Invece, in quanto corpi viventi e pensanti, noi esseri umani siamo da una parte prodotti della natura, siamo tutti parte
della natura, e dall’altra parte siamo gli unici soggetti etici in grado di comprendere il principio della natura di se stessi. Quindi, in quanto donne e uomini, siamo tutti chiamati a riconoscere reciprocamente il
significato delle differenze del genere.
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