domenica 30 maggio 2010

sul nuovo Piano Strutturale di Firenze, CHE FARE?

A Firenze si parla di Piano Strutturale e ci sono due modi per affrontare la questione: il primo è quello classico portato avanti dal comitato nopianostrutturale e l'altro è decidere se partecipare al percorso avviato dal comune con varie (piatta)forme: facebook, forum, incontri.

E' uno di quei nodi che gli ecologisti sono chiamati per vocazione a sciogliere: partecipare od opporsi? cambiare stando dentro le istituzioni o costituirsi in comitati "permanenti" raccogliendo malcontento diffuso?
A Firenze la questione viene affrontata -per ora- in tutti e due i modi. Ad opporsi l'altracittà coraggioso giornale di periferia che raccoglie intorno a sè esperienze sociali di frontiera e quindi più sensibili alla qualità dell'abitare, a fianco c'è la lista perunaltracitta della prof.ssa Ornella De Zordo, una lista che raccoglie simpatie tra ex-girotondini, associazioni di base, comitati vari; infine troviamo un noalpianostrutturale che ci sembra provenire dall'area antagonista e che non vanta attività in modo continuativo.

I Verdi, che nel caso fiorentino siedono in Comune grazie ad una capace competizione elettorale con la lista Valdo Spini si adoperano con approfondimenti e cercando di coinvolgere tutta la cittadinanza aldilà degli schieramenti.

A Firenze il discorso sul Nuovo Piano Strutturale è molto sentito viste anche le ultime vicende che hanno coinvolto alcuni esponenti in situazioni poco chiare di illeciti e intercettazioni su affari poco trasparenti. E se consideriamo che non sono state recuperate o almeno elaborate dalla cittadinanza le divisioni e i sacrifici riguardo i lavori per la tranvia, la discussione si appresta ad appensatirsi portando alla scontata contrapposizione immobile trai No e i Sì.

Il dilemma, i limiti e i punti interrogativi qui evidenziati impongono una svolta nei metodi e negli strumenti partecipativi. Non è sufficiente (ma è comunque positivo) aprire ad un dialogo web o fatto d'incontri e "verniciarlo" come partecipativo.

Per gli ecologisti e i Verdi in particolare sarebbe la buona occasione per proporre quello che avviene in altre parti e città europee e no: modelli di partecipazioni verticali e fatti di buon senso. Si pensi all'Open Space Building o ai processi di Consensus Building, ascolto attivo. E quindi per proporsi come modello politico di convivenza possibile offrendo la capacità di sostenere e risolvere tensioni sociali e cittadine.

Uscendo quindi dalla dicotomia del semplice NO e dell'ancora più semplice SI. Occorrerebbe provarci mettendo in campo professionalità e disponibilità. Qualcuno vuole raccogliere l'appello?

Chi scrive si propone ad avviare una discussione per cercare di dare vita a questa occasione che potrebbe funzionare un domani in altre situazioni (è sufficiente lasciare un commento per essere contattati).

Ulteriori approfondimenti:
QUI per capire e rimandare a professionisti sul Consensus Builiding;
QUI la pagina "partecipativa" del comume di Firenze;
QUI la pagina istituzionale del Comune di Firenze dedicata al Piano;
QUI è possibile scaricare il materiale sul Piano Strutturale;

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